La cucina da spettacolo a Milazzo con Gli Amici di Balice. Caravello e Geraci replicano il 7 aprile a Torregrotta

by Valeria Zingale

La cucina torna a dare spettacolo a Milazzo con “Gli Amici di Balice” e la serata va subito sold out. Così, giovedì 7 aprile si replica, questa volta al Modì di Torregrotta, ma la notizia è che, visto il successo, la cena a 4 mani di Caravello e Geraci potrebbe diventare un appuntamento annuale all’insegna dell’amicizia e del confronto tra i due chef che non sono più solo giovani promesse della cucina gourmet siciliana ma affermati nomi della ristorazione messinese, conosciuti al di là dei confini regionali.

IL FORMAT GLI AMICI DI BALICE

Il format de “Gli Amici di Balice” pensato da Giacomo Caravello in cui lo chef milazzese ospita nel suo ristorante colleghi cuochi a cui è legato da rapporti di amicizia, continua a incontrare l’apprezzamento del pubblico. “Continuiamo il percorso degli Amici di Balice – ha spiegato in apertura di serata Giacomo Caravello – e a differenza delle altre volte in cui abbiamo avuto ospiti che venivano da Salina (Martina Caruso, 1 stella Michelin), dall’Etna (Giovanni Santoro, 1 stella Michelin) e dal Piemonte (Alessandro Esposito), adesso ospitiamo un ristorante del territorio, a 15 minuti da qui, che è quasi la periferia di Milazzo, e ne sono orgoglioso perché abbiamo un ristorante con cui confrontarci, quello degli amici Giuseppe e Alessandra”.

Caravello e Geraci nella cucina a vista di Balice

I PROTAGONISTI DELLA SERATA

Giacomo Caravello e Giuseppe Geraci, rispettivamente chef patron del Ristorante Balice a Milazzo e del Modì a Torregrotta, hanno tanto in comune, a cominciare dall’età. Le loro storie ed esperienze, seppur diverse, hanno un filo conduttore. Entrambi si sono fatti da soli e, con sacrifici e grandi sogni nel cassetto, hanno aperto i loro ristoranti. Cosa li accomuna? Non solo la stima e l’amicizia. In cucina sanno esprimere tecnica e una dirompente creatività, hanno voglia di far bene e regalare emozioni e ci riescono benissimo. Entrambi hanno intrapreso da giovani questo mestiere, sempre e solo per passione. Giacomo, viene da una esperienza molto importante con la chef stellata Martina Caruso, mentre Giuseppe Geraci è autodidatta e proprio lo scorso anno ha festeggiato 10 anni dall’apertura del suo ristorante, quando giovanissimo insieme alla compagna sommelier Alessandra Quattrocchi ha intuito quale sarebbe stata la sua strada.

LA CENA A 4 MANI

Idee, tecnica, ricerca, creatività, contaminazioni e storie dei due giovani chef si sono intrecciate il 31 marzo scorso nel menù da 6 portate pensato e realizzato a quattro mani da Caravello e Geraci. Insieme a loro le intere brigate e il personale di sala hanno reso ancor più forte l’idea della sana collaborazione che può e deve esistere tra due ristoranti.

Pesce San pietro, dashi, salsa al prezzemolo e plantago (Caravello)

Piatti eleganti e ben costruiti, a tratti molto golosi, hanno esaltato gusto e intensità di materie prime locali e non solo. Si perché i viaggi e le contaminazioni con cucine straniere non sono mancati in più di un piatto, in particolare nel pesce San Pietro cotto in burro di agrumi, con brodo dashi, salsa al prezzemolo e una fogliolina di plantago, bellissima interpretazione di Caravello che ha esaltato l’eleganza di questo pesce e lo ha reso goloso nel suo abbinamento, e il Ceviche di dentice, leche de tigre, misticanza e lamponi, un piatto freschissimo e profumato che mette insieme la cultura siciliana con quella spagnola e peruviana e che sicuramente andrà per la maggiore nel nuovo menù del Modì. Bella la presentazione con il crackers ai lamponi raffigurante la lisca del pesce.

Ceviche di dentice, leche de tigre, misticanza e lamponi (Geraci)

La serata si è aperta, come da consuetudine, con un calice di champagne e l’aperitivo a 4 mani. Caravello ha riproposto due grandi classici della sua cucina Hummus panna acida senape e nasturzio, e il Cannolicchio zucca, mayo al wasabi e tartare di pesce alla fiamma e Geraci il Pesce d’uovo e maionese alla nepitella e il Cuscinetto croccante di baccalà mantecato, prezzemolo e limone.

L’aperitivo a 4 mani

Con la Pasta e patate, cime di rapa, bitter e alga, ancora per poco nel menù di Balice che si accinge a lanciare il menu di primavera, Caravello ha conquistato i commensali riproponendo un piatto da vero comfort food di tradizione napoletana, la pasta mista con le patate, rendendolo attuale con il bitter che conferiva un leggero gusto amaro, cremoso con la fonduta di provola dei Nebrodi al limone, originale con l’accoppiata  con cime di rapa e alga mauro, molto presente nella tradizione marinara catanese.

Pasta patate, bitter, cime di rapa, alga (Caravello)

A seguire eccezionale il Filetto di pauro di Balice cotto al bbq con salsa realizzata con succo di arancia servito con cavolo cappuccio marinato in salamoia e piastrato, e terminato con un profumatissimo olio al basilico. Per Geraci uno scioglievole stracotto di Guancia di manzo, servito con il suo fondo di cottura e una carota baby aromatizzata allo zenzero.

Guancia di manzo, carote e zenzero (Geraci)

Sempre di Geraci il dolce che, tra dolcezza e sapidità, ha concluso perfettamente il menù degustazione: Trilogia di cioccolato con tartufo al cioccolato, mousse al cioccolato al latte, bavarese al cioccolato bianco, crumble pane, crema di zucca candita, olio extravergine di oliva e scaglie di sale.

Trilogia di cioccolato (Geraci)

Sempre curato e eccellente il servizio del Ristorante Balice, curato Da Manuela Caravello, sorella di Giacomo.

I VINI DELLA CANTINA DEI PRINCIPI DI SPADAFORA PROTAGONISTI DELLA SERATA

Il menù degustazione è stato accompagnato dagli ottimi vini selezionati da Enrica Spadafora, erede della nobile famiglia siciliana che affianca il papà Francesco nella gestione dell’azienda di contrada Virzì a Monreale, in provincia di Palermo. Bio, famiglia e Sicilia sono alla base della filosofia aziendale. Il fondatore dell’azienda è don Pietro dei Principi di Spadafora, che riceve in eredità la tenuta dallo zio Michele De Stefani, agricoltore ed allevatore di cavalli da corsa. Francesco Spadafora, figlio di Don Pietro prende le redini dell’azienda che oggi gestisce con la figlia Enrica. La prima bottiglia viene prodotta nel ’93 e dedicata al fondatore. Proprio da Don Pietro 2020, inizia la nostra degustazione in abbinamento ai piatti di Caravello e Geraci. Vino elegante e profumato, che nasce dal blend di Catarratto e Grillo.

Don Pietro bianco 2020 Dei principi di Spadafora

A seguire negli abbinamenti curati dai sommelier Salvatore La Cava (Balice) e Alessandra Quattrocchi (Modì) Il nostro Rosato 2020 da uve di Nero d’Avola che presenta un bel colore acceso e una buona aromaticità; Siriki bianco 2015 dal colore giallo intenso, quasi orange, da uve macerate con buccia, con profumi di frutta esotica; Schietto Chardonnay2015, intenso e elegante; per chiudere il passito Amnesia si abbina perfettamente al dessert dolce salato di Geraci.

Emilia Spadafora, Filippo Fiorito

Tutti i vini Dei Principi di Spadafora sono prodotti in biologico perché come ha spiegato Enrica Spadafora: “Il biologico è parte fondamentale della nostra storia. Mio padre è il nostro enologo e noi viviamo quotidianamente le vigne e la nostra cantina. Per noi, è casa ogni singola particella di terreno e vigna. Tutto è biologico perchè nessuno vorrebbe mettere qualcosa di chimico nel proprio giardino”.

Ottimi gli abbinamenti e molto interessanti i vini in degustazione durante la serata. Per chi volesse toccare da vicino questa bella realtà, l’azienda apre le porte di casa e cantina per le degustazioni su prenotazione. Maggiori info qui: https://spadafora.com/experience/?v=cd32106bcb6d

 

 

 

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