Da avvocata a cuoca. La storia di Luisa Sorrentino, arrivata in Sicilia per amore

by Valeria Zingale

Quella di Luisa Sorrentino è la storia di una donna che ha seguito le sue passioni e abbandonato la sicura carriera di avvocato, prima per fare la mamma a tempo pieno, poi per dedicarsi alla cucina. Oggi Luisa vive in Sicilia, in provincia di Catania, dove si è trasferita per amore, collabora con delle strutture ricettive e si è specializzata in particolare nella cucina senza glutine e senza allergeni. L’abbiamo intervistata.

Da avvocato penalista a cuoca, il percorso non sarà stato facile. Oggi sei realizzata. Quando e perché hai deciso di percorrere questa strada?

Eh, già, un bel salto nel vuoto o, come mi piace affermare, la Rivoluzione Copernicana della mia vita (oltre alla maternità). Iscrivermi a Giurisprudenza immediatamente dopo il liceo classico, è stato lo sbocco naturale per me: nipote di un Pretore e figlia di un avvocato. La toga- peraltro, la mia nonna paterna ha voluto donarmi quella di nonno, alla morte di quest’ultimo – ha fatto parte della mia vita sin da quando ero piccola; ricordo che durante le festività, a volte, veniva intimato a noi bambini di non fare chiasso, perchè nello studio c’era un qualche cliente. Il “sacro fuoco” della cucina, però, era già acceso: come molte bambine degli anni 70, a Natale ho ricevuto il Dolce Forno, e con nonna Lucia, che viveva con noi, mi divertivo a impastare. Lei, poi, lucana, ha avuto un ruolo importante nella mia formazione: era bravissima, e grazie alle sue origini ho un buon repertorio anche di piatti dell’entroterra potentino. Il sogno di cucinare, dicevo, ha lontane radici. Ma come avrebbero potuto accettare, i miei, che la loro primogenita, brillante negli studi, venisse iscritta all’istituto alberghiero?! Il liceo, classico o scientifico, era la sola opzione disponibile.

La cucina è rimasta hobby e passione a lungo; amavo ed amo ricevere gli amici a pranzo o cena, e continuo a divertirmi, cucinando. Questo fa sì che il mio lavoro non mi pesi, nonostante debba allontanarmi dal mio ragazzino, che a marzo prossimo compirà 9 anni, proprio quando lui è a casa da scuola. Dopo la nascita di Mario, che ha avuto, per così dire, una partenza di vita un po’ complessa, ho scelto di dedicarmi solo a lui e, quando è cresciuto, ho reso la mia passione una professione. Per la mia formazione ho frequentato il corso di cucina degli chef con la coppola Simone Strano, Giuseppe Raciti, Peppe Torrisi e Giovanni Grasso.

Il corso di cucina con gli chef con la coppola

Hai un maestro a cui ti ispiri?

Non ho un solo Maestro a cui ispirarmi, ma ben quattro moschettieri della cucina, gli chef con la coppola che – nonostante siano giovanissimi – sono estremamente preparati ed esperienti. In aggiunta, e comunque sullo stesso livello, è per me un prezioso punto di riferimento chef Peppe Guida, stellato dell’Antica Osteria Nonna Rosa di Vico Equense. Vorrei aggiungere che da ogni professionista con cui ho avuto l’onore di collaborare, anche semplicemente per uno stage, o che ho incontrato come discente, ho tratto insegnamenti. Penso, per esempio, a Valentina Rasà di Cucina ManiPura, che mi ha permesso di essere al suo fianco ad un evento al MA di Catania, e a Rossanina Del Santo, fondatrice del sito www.Coquinaria.it, a cui mi iscrissi e che frequento, seppure saltuariamente, ancora oggi, poi diventata mia docente sulla gestione degli allergeni nelle emergenze durante il Corso per volontari del DSE- FIC.

Qual è l’insegnamento più importante che hai appreso durante il corso di cucina per cuoco professionista con gli chef con la coppola?

L’insegnamento più importante degli Chef con la Coppola è” bisogna fare squadra; da soli si va da nessuna parte”. Ecco, questo cerco di tenerlo sempre in mente.

Sei specializzata in cucina senza allergeni e senza glutine. Quanto è importante per te far sentire speciali e coccolati coloro che sono costretti a eliminare alcuni cibi?

La mia idea di cucina è la stessa idea che ho della vita: inclusione non è e non può essere soltanto una bella parola con cui” farsi la bocca”; ciascuno di noi è chiamato a tradurre in azione le parole, e io provo a farlo rendendo agile a ciascuno dei miei clienti il piacere della convivialità. Quel piacere che spesso, soprattutto ad allergici ed intolleranti a determinati alimenti, viene in qualche modo negato: ancora oggi, più comunemente di quanto si creda, nei locali, quando si afferma- per esempio- d’essere celiaco, la risposta della sala è” che grado di celiachia ha?”( il che è come chiedere a una gestante” ma lei è solo un po’ incinta, o lo è tanto?”). Bisogna formare e rendere consapevoli. Dal canto mio, provo a preparare – con le dovute attenzioni – piatti che possano essere mangiati da tutti; non ci vuole poi molto, ritengo, ad inserire per esempio una zuppa di legumi in menù, in modo da soddisfare le esigenze non soltanto del celiaco, per esempio, ma anche quelle dell’allergico a latte o suoi derivati e, perchè no, del cliente che ha operato una scelta di veganesimo.

Qual è il piatto che ti ha dato più soddisfazione?

Posso dirne due? Gli spaghettini al pomodoro di chef Peppe Guida, piatto preferito di mio figlio, e i miei arancini di riso che coprono quasi tutte le allergie ed intolleranze, e che ho preparato per Ross (Rossanina Del Santo) in occasione del Convegno della FIC a Catania nel 2018. Erano arancini di riso alla catanese senza glutine, senza lattosio, a ridotto contenuto di nickel. Tanto lavoro per prepararli ma il sorriso della mia amica ha fatto sì che ne valesse la pena.

Quando sei entrata a far parte dell’Associazione storica delle Cesarine? E quanto è importante per te far parte di un gruppo che opera per salvaguardare il patrimonio gastronomico italiano?

È stato emozionante, nel corso di quest’anno, entrare a far parte dell’Associazione Le Cesarine; contribuire alla salvaguardia del patrimonio gastronomico italiano è un onore e un onere, e credo fermamente in questo progetto.

Quali collaborazioni hai in questo momento?

In questo momento, collaboro come chef privata a chiamata per due strutture: un b&b di Giarre, ” Alhambra”, che mi propone agli ospiti che richiedono un servizio di pasti” pret- a- manger” su ordinazione in struttura, e una villa di lusso di Trecastagni, ” Eremo Sant’Emilia”, con cui ho l’esclusiva come private chef per gli ospiti stranieri. Mi occupo anche, la domenica a pranzo, del nuovissimo comparto del ristorante “Tradizione siciliana” di Linguaglossa: il lungimirante imprenditore Leonardo Curcuruto ha deciso di includere, nella già importante offerta del locale, la mia cucina priva di allergeni. Stiamo, per il momento, provando, e attualmente i riscontri sono positivi. Il momento più bello? Ricevere in messaggio dalla mamma di un ragazzino celiaco di 9 anni, in cui la signora mi ringraziava per avere dato un momento di gioia al suo bimbo, finalmente felice di poter mangiare in sicurezza.

Hai un sogno nel cassetto?

Il mio sogno nel cassetto è, un giorno, aprire un b&b con possibilità di micro-lezioni di cucina per gli ospiti, con degustazione finale.

Sei anche cuoca a domicilio. Come fare per contattarti?

Contattarmi per pasti da asporto o per cucina a domicilio è semplice: la mia email è luisasorrentino70@yahoo.it

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