La bella stagione è appena iniziata in Sicilia e tra le mete più gettonate nelle preferenze degli stranieri, e non solo, c’è la splendida Cefalù. Tra mito, storia, natura e un mare limpidissimo, la cittadina offre la vacanza ideale per tutti. Tra i luoghi che meritano di essere raccontanti e consigliati per una vacanza di mare e relax c’è il luxury hotel di Cefalù “Le Calette”, una struttura che ha da poco conquistato le 5 stelle e che gode di un setting naturale da fare invidia, a ridosso del mare, con 4 spiaggette private con vista sui Faraglioni, che sono riservate ai clienti della struttura: Caletta selvaggia, Caletta lounge, Caletta presidiana e Lido.
L’Hotel – che è a soli 2 km dalla Cattedrale Normanna, nel centro storico di Cefalù – ha un panorama da sogno, da una parte la Rocca, dall’altra il porticciolo turistico Presidiana. L’accoglienza dei proprietari Francesca Cacciola e Angelo Miccichè è squisita, così come la professionalità del Direttore di grande esperienza Keswan Monien che cura con estrema precisione ogni piccolo particolare, affinchè la vacanza sia come la si è immaginata, perfetta e rigenerante.
Keswan Monien – che in passato ha lavorato al Grand Hotel Villa Igiea di Palermo e che da alcuni mesi è arrivato a Le Calette – punta molto sulle grandi potenzialità della struttura. Oltre alla naturale collocazione dell’hotel, ci sono innumerevoli servizi per i clienti, dal mare alla piscina con vista, dal gazebo con i servizi benessere al campo da tennis fino all’organizzazione delle escursioni in tutta la Sicilia.
Ampie, luminose e raffinate, con elementi d stile classico, le camere dispongono anche di un terrazzino vista mare.
L’Hotel è stato ristrutturato nel 2016, e le eleganti suite offrono tutti i comfort.
Uno degli aspetti fondamentali su cui sia la proprietà che il Direttore puntano è la Food experience. Chi viene in Sicilia si aspetta di mangiare bene perché è innegabile che la nostra cucina sia tra le più buone del mondo. “Oggi, negli alberghi – afferma il Direttore – la parte gastronomica è diventata fondamentale. Qui si vive la sicilianità a 360 gradi. Siamo sulle Madonie ed utilizziamo solo gli ingredienti del territorio. Lo standard e il livello di qualità sono altissimi”.
Alla guida del Ristorante è stato chiamato uno chef con un curriculum di tutto rispetto. Nunzio Tomasello, 38 anni, originario di Casteldaccia, vanta importanti esperienze al Grand Hotel Villa Igiea di Palermo, al Ristorante Il Cappero del Therasia Resort di Vulcano insieme allo chef stellato Crescenzo Scotti, e al Grand Hotel Timeo.
“Nella mia cucina – afferma Tomasello – cerco di esprimere il territorio. Vedo un ingrediente e mi viene l’ispirazione per i miei piatti. L’equilibrio perfetto – continua lo chef – è il mio gusto”. L’executive chef guida una brigata di 5 persone e nella sua cucina è possibile trovare sia i piatti semplici della tradizione che il turista si aspetta, come il pane cunzato o la pasta con le sarde alla palermitana, sia i piatti gourmet di alta cucina e la scelta è ampia.
Sono tante le eccellenze del territorio siciliano che vengono utilizzate nei due ristoranti de “Le Calette”: Il Calaluna, con cucina a vista e terrazza a strapiombo sulla caletta selvaggia, e Rizz’i mari, il ristorante panoramico al primo piano della struttura principale.
Il caviale di lumaca madonita, la ricotta di bufala ragusana, le mandorle di Noto, il gambero rosso di Mazara, i capperi di Salina, il lardo di maialino nero dei Nebrodi, sono solo alcuni degli ingredienti che contraddistinguono la cucina del territorio di Tomasello. Ma lo chef va oltre e ama utilizzare nei suoi piatti anche ingredienti dal gusto esotico, come zenzero, mango, avocado, quinoa.
Il menù degustazione si apre con uno sfizio da gustare in un solo boccone: la terrina di dentice con polvere di patata viola e basilico viola su gel di finocchio.
Il tonno rosso presenta una cottura perfetta, il caviale di lumaca lo impreziosisce e le favette rinfrescano con un tocco primaverile.
Il risotto pila vecia vialone nano con gamberi di Mazara, limone primo fiore, polvere di capperi di Salina viene mantecato con ricotta di bufala e il risultato dell’insieme è di una sorprendente delicatezza.
Un pesce molto utilizzato nella cucina dell’isola è la ricciola. Lo chef la abbina al lardo di maialino nero dei Nebrodi, ad una maionese di pomodoro secco del Belice, alla cipolla rossa in agrodolce e completa il piatto con mandorle tostate di Noto. “In questo piatto volevo esprimere il colore con il contrasto tra il pesce, la maionese rossa di pomodoro secco, la panure verde, la cipolla in agrodolce. I miei piatti deve essere presentati in maniera eccellente – afferma lo chef – e non bisogna stravolgere la materia prima”.
Il pre dessert è un cannolo di sfoglia di pomodoro con mandorla tostata salata, pennellata di cioccolato e spicchio di pompelmo rosa.
Il dessert è un omaggio al pistacchio di Bronte in tre consistenze: parfait, spuma e croccante.
I piatti sono stati accompagnati dagli ottimi vini biologici dell’Abbazia Santa Anastasia di Castelbuono, brillantemente raccontati dalla responsabile marketing e comunicazione dell’Abbazia, Filomena Salerno.
Il servizio in sala è puntuale e professionale. Alla serata ha preso parte anche l’assessore al Turismo del Comune di Cefalù, Simone Lazzara, e il produttore dell’azienda lumaca Madonita Davide Merlino che, il giorno successivo, ci ha ospitati in azienda per farci scoprire il grande mondo delle lumache, eccellenza del territorio, utilizzata dai migliori chef del panorama italiano.