Con una straordinaria partecipazione di appassionati, turisti, giornalisti e professionisti del settore, si è conclusa con grande successo la XXII edizione di Festa a Vico, ideata dallo chef Gennaro Esposito. Il numero di presenze ha superato ogni aspettativa, confermando il crescente prestigio di uno degli appuntamenti più attesi dell’enogastronomia italiana. Come da tradizione, l’intero ricavato che quest’anno ha raggiunto i 280 mila euro, è stato devoluto in beneficenza a cinque realtà impegnate in ambiti sociali, educativi e sanitari. Il tema “È tempo di…” ha ispirato tre giornate dense di gusto, dialogo e bellezza.
L’evento si è aperto lunedì 9 giugno presso il Teatro Aequa con una conferenza dedicata alla candidatura della cucina italiana a patrimonio immateriale dell’umanità. Un momento di confronto sul valore culturale della nostra tradizione gastronomica, intesa non solo come espressione artistica, ma come bene comune da tutelare e tramandare. Sono intervenuti il direttore de La Cucina Italiana Maddalena Fossati insieme a Pierluigi Petrillo, professore ordinario di diritto comparato dei beni culturali e Direttore della Cattedra UNESCO sul patrimonio culturale immateriale presso l’Università degli Studi di Roma Unitelma Sapienza. Grande novità di quest’anno, il Premio “Sostanza” in collaborazione con Forbes, dedicato a dieci eccellenze artigiane italiane.



Tra gli appuntamenti più attesi, Bites of Italy, il gala dinner realizzato in collaborazione con La Cucina Italiana. Un parterre stellare ha riunito alcuni dei più grandi chef italiani e internazionali – da Massimo Bottura a Carlo Cracco, Antonia Klugmann, Alex Atala e Manu Buffara – concludendosi con i dessert d’autore firmati dai maestri pasticcieri dell’AMPI.
Martedì 10 giugno, il pranzo “Quell’abbinamento a Vico” al ristorante di Gennarino Esposito Torre del Saracino ha celebrato l’arte dell’incontro tra cucina e vino, con i sommelier assoluti protagonisti. Qui alcune delle firme più autorevoli del panorama enologico internazionale hanno guidato un’esperienza sensoriale unica, costruendo armonie perfette tra calici e piatti d’autore.
Tra le i protagonisti, Himanshu Saini (Trèsind Studio, Dubai) e Dom Carella (Carico, Milano), Emanuele e Michela Scarello (Chef e Sommelier de Agli Amici), Matteo Temperini e Francesco Ricco (Chef e Sommelier di Campo del Drago, Montalcino) che hanno interpretato la cucina in funzione del vino, ribaltando le consuete dinamiche creative e mettendo al centro il lavoro, il gusto e la sensibilità dei sommelier. Un dialogo a due voci tra sala e cucina, eleganza e intuizione.

La sera, tra le piazze e i cortili di Vico Equense si sono riversate migliaia di persone per la tradizionale Repubblica del Cibo. Una festa genuina e conviviale, che ha coinvolto oltre 180 chef impegnati tra street food creativo e ricette identitarie.
Mercoledì 11 giugno, giovani promesse dell’alta cucina hanno presentato le loro creazioni al pranzo Promessa è una Promessa, appuntamento dedicato ai nuovi volti dell’alta cucina italiana. Una selezione di giovani talenti ha presentato una propria creazione, esprimendo attraverso sapori, colori ed equilibri sorprendenti la loro visione gastronomica. Un pranzo che ha confermato come il futuro della cucina italiana sia non solo promettente, ma già oggi in mani capaci e appassionate. Dalla Sicilia era presente la giovane chef e patron de La Fattoria delle Torri di Modica, Francesca Barone, che ha presentato il piatto “Pastratedda, mandorle, limone e salicornia.

Immancabile il Cammino di Seiano che ha chiuso la manifestazione con un suggestivo percorso tra mare, musica e assaggi d’autore. Un’esperienza autentica, capace di coniugare la bellezza paesaggistica con la qualità delle materie prime, confermando ancora una volta come Festa a Vico sia una vera festa tra amici, fatta di incontri, emozioni e gusto condiviso.
Ampio spazio è stato dedicato anche al mondo del beverage, con momenti di alto profilo formativo e degustativo. Le masterclass curate da Gianni Fabrizio hanno condotto il pubblico in un viaggio tra vini botritizzati di rara eleganza e Marsala storici. Grande interesse anche per l’approfondimento sui tagli bordolesi italiani e francesi, guidato da Danielle Callegari, writer at large di Wine Enthusiast, che ha proposto un confronto tra due scuole di eleganza attraverso delle etichette iconiche. A chiudere il percorso, “Quel goccio a Vico”, un’esperienza sensoriale raffinata nel mondo dei distillati italiani e internazionali.