Nebrodi Gusto sta accendendo i riflettori sull’antico e suggestivo borgo di Alcara Li Fusi, che ieri sera ha brillato grazie a un fitto programma di iniziative e incontri legati all’arte della buona cucina.
L’obiettivo degli organizzatori di Nebrodi Gusto, in sinergia con l’amministrazione comunale e il sindaco Ettore Dottore, che ha accolto con entusiasmo l’iniziativa, era quello di promuovere l’agroalimentare siciliano con azioni concrete dirette a migliorare la conoscenza delle eccellenze locali e delle tipicità dell’isola in uno dei territori con più biodiversità e, allo stesso tempo, far riscoprire il territorio e le bellezze naturali di Alcara, che accoglie una colonia di oltre 250 grifoni, che volano tra le Rocche del Crasto. E i riflettori si sono accesi, in questa seconda domenica di incontri, su tanti artigiani che arricchiscono la Sicilia con produzioni di eccellenza, su rinomati chef, anche stellati, e grandi pasticceri, protagonisti della kermesse.
“Non si tratta di una sagra – come hanno evidenziato gli organizzatori – ma abbiamo voluto promuovere una manifestazione di tutt’altra portata, che punta a valorizzare quanto di buono e sano c’è nella nostra terra. Un evento che vuole offrire una nuova esperienza di territorio e di Sicilia attraverso il racconto delle sue eccellenze”. A cominciare dalle carni dei Nebrodi, passando per il vino siciliano, l’olio extravergine di oliva, i salumi, i grani, le farine, le nocciole dei Nebrodi, i prodotti ortofrutticoli e per finire i dolci.
I cooking show di importanti chef del territorio hanno regalato lo spettacolo che ci si aspettava e degustazioni di grande livello. Tra gli ospiti più attesi della seconda giornata della kermesse lo chef Tony Lo Coco, 1 stella Michelin del Ristorante I Pupi a Bagheria(PA) che, insieme al figlio Salvatore, ha proposto la sua rivisitazione dell’arancina.
“La Sicilia nel piatto” nasce per mettere d’accordo tutti i siciliani ed eliminare la nota diatriba tra arancino e arancina. Il piatto simbolo dello street food siciliano con Lo Coco diventa gourmet grazie alla scomposizione dei suoi ingredienti. Alla base del piatto una crema di riso con zafferano di Corleone, ricoperto da stracotto di maialino nero dei Nebrodi, mollica fritta, pane al nero di seppia, per rappresentare l’Etna, e polvere di pomodoro, crema di piselli e i suoi germogli.
Un mix di sapori che riporta al tradizionale arancino in una veste nuova. “L’arancina è uno dei cibi più ricercati dagli stranieri nei motori di ricerca, così abbiamo riproposto questo piatto dandogli la forma della Sicilia per mettere d’accordo tutti e nel mio ristorante, da alcuni anni, è uno dei piatti più apprezzati” – ha commentato lo chef stellato.
Tra gli altri protagonisti dei cooking show, non poteva mancare a rappresentare il suo paese natio lo chef Franco Agliolo, originario di Alcara Li Fusi, patron del Ristorante Ambrosia di Sant’Agata Militello e membro dell’Associazione Cuochi Messina, che ha scelto di preparare la lingua di vitello cotta sottovuoto a bassa temperatura per 20 ore e servita con tenerumi saltati in padella e vincotto di fichi d’India. “In ogni ricetta c’è un po’ di Alcara – ha commentato Agliolo – e il vincotto è una preparazione di base che si utilizzava per i dolci, la riserva di zucchero per l’inverno, che io utilizzo in tante ricette salate”.
La carne dei Nebrodi è stata la vera protagonista di tutti i cooking show, con lo chef Tindaro Ricciardo, patron di Murauto Bistrot a Gliaca di Piraino, che ha proposto un ottimo filetto di maialino tartufato con fondente di patate al tartufo, cremoso di rapa rossa, funghi porcini, salicornia, cialda di mais e porro fritto; lo chef Salvatore Armeli Moccia di Bontà Nostra a Sant’Agata Militello che ha preparato una buonissima lonza marinata con caponata di verdure settembrine, e ancora con lo chef Pino Drago patron del Ristorante Degusto di Galati Mamertino.
Quando si parla di territorio, carni dei Nebrodi e benessere animale, un posto di rilievo spetta a Luisa e Sebastiano Agostino de La Paisanella di Mirto che tanto hanno fatto e continuano a fare per valorizzare le carni e i salumi dei Nebrodi. Alla dolce Luisa è toccato il compito di affettare e far degustare il suo eccellente prosciutto crudo di suino nero dei Nebrodi che è stato apprezzato da tutti i commensali che hanno preso parte alla degustazione a numero limitato, rivolta ad autorità e giornalisti. Grande spazio in questa domenica appena trascorsa è stato data anche agli artigiani del gusto che con i loro dolci portano in alto il nome della Sicilia, in primis la pastry chef Lidia Calà, che grazie all’attività decennale del suo Bar Pasticceria Dolce Incontro di Tortorici, ha contribuito a valorizzare la nocciola dei Nebrodi e a far conoscere in tutto il mondo la pasta reale di Tortorici che è diventata recentemente Presidio Slow Food. Un dolce unico per le sue caratteristiche, che presenta un rigonfiamento nella parte centrale che secondo alcuni ricorda la montagna di San Pietro che sovrasta l’abitato di Tortorici. L’iconico dolce, preparato con tantissime nocciole, zucchero e pochissima farina di maiorca, con una ricetta antica tramandata di famiglia in famiglia, sembra avere origine verso la metà del XIX secolo dalle religiose accolte dalle famiglie oricensi che preparavano questi biscotti per offrirli ai regnanti in occasione delle feste. E festa è stata anche ad Alcara Li Fusi quando i dolci di Lidia sono andati in degustazione.
Nella seconda giornata di Nebrodi Gusto uno spazio importante è stato dedicato all’approfondimento della Filiera delle carni nella tavola rotonda, a cui hanno partecipato numerosi esperti, e al laboratorio sulla pasta fresca.
La prossima domenica, 18 settembre, grande chiusura della manifestazione con la presenza dello chef Pino Cuttaia, 2 stelle Michelin di Licata, di Celestino Drago, chef nebroideo che ha fatto grande fortuna in America, e di Camillo Privitera, già Presidente dell’AIS Sicilia e produttore dei vini Primaterra.