La nuova era del Gagini inizia a fine febbraio 2025 con lo chef Marco Massaia al timone: un viaggio umano e gastronomico all’insegna della sperimentazione, del rispetto per il territorio e della condivisione.
L’arrivo di Marco Massaia segna un importante momento di svolta per il Gagini e per tutto il panorama gastronomico palermitano. Il nuovo chef si pone l’obiettivo di creare un ponte tra la raffinatezza e i codici dell’alta cucina e l’attitudine calorosa e conviviale che caratterizza la filosofia del ristorante e di tutte le attività della Virga & Milano. “Per noi il cibo non è solo nutrimento ma anche e soprattutto emozione” sottolinea Franco Virga. “Con Marco ed una sala totalmente rinnovata vogliamo intraprendere un nuovo modo di comunicare la nostra filosofia. Vediamo che i clienti sono stanchi di essere “sequestrati” dal ristorante. I clienti saranno il fulcro di una nuova esperienza che esplorerà nuovi linguaggi culinari che rispettino tutte le caratteristiche fin qui trasmesse dal Gagini e soprattutto i canoni del FINE DINING che riteniamo non essere un’esperienza finita ma un nuovo modo di interpretarla. Marco, lo staff internazionale di cucina e la sala saranno attori in un teatro unico, il GAGINI”.
Palermo, con la sua storia, la sua cultura e la sua vibrante energia, rappresenta il contesto ideale per accogliere lo spirito creativo di Marco Massaia. Lo chef è pronto a guidare il ristorante in un progetto gastronomico ambizioso, che celebra la bellezza e l’autenticità dei sapori locali attraverso un’esperienza culinaria intensa e indimenticabile.
Chi è Marco Massaia
Classe 1987. Torinese, laureato in Giurisprudenza ma grande appassionato di cucina e del cibo, come mezzo di espressione. Sin da subito decide di seguire le sue passioni ed intraprendere un percorso verso la ristorazione contadina, e la storia culinaria del territorio in cui nasce, delle materie prime locali e dei sapori più autentici.
La curiosità verso il cibo, le storie umane ad esso legate, e la volontà di crescere come cuoco e come essere umano, attraverso la scoperta di nuove strade, lo porta ad esplorare altri continenti, quindi Marco si sposta in Australia dove si dedica all’agricoltura biologica, avvicinandosi al mondo della cucina ancestrale, e alle radici storiche e culinarie di quel territorio.
A distanza di due anni ritorna in Italia e dopo un’esperienza mirata a perfezionare l!esecuzione dei piatti con una accurata verifica nei gesti, lo troviamo infatti a Milano, con il compianto Vittorio Fusari, grazie a cui cresce professionalmente nel mondo del fine dining. La instancabile sete di conoscenza e voglia di mettersi in discussione lo spinge poi a lasciare Milano per spostarsi per circa due anni a Shangai per conoscere le tecniche e le tradizioni della cucina asiatica.
A questo punto però, Marco comincia a sentire in maniera forte il richiamo delle sue radici, umane e gastronomiche, e a ritornare quindi in Italia, nella sua città natale: Torino. Nel capoluogo piemontese inizia a condividere un’esperienza formativa di avvicinamento al vino naturale, e al mondo dei produttori artigiani che in quelle zone è particolarmente vivace. Per cinque anni, infatti la sua esperienza professionale si interseca con quella di un duo di ristoratori non solo nel panorama piemontese ma anche italiano ed europeo: Gherra\Vergano, questo sodalizio lavorativo sarà foriero di riconoscimenti importanti nel panorama gastronomico come le guide dell’Espresso, Gambero Rosso e Identità Golose, guide che lo inseriranno ad unanimità nel novero dei talenti rivelazione tra gli chef italiani.
E’ il 2019 quando il giornalista Federico De Cesare Viola lo identifica come uno dei migliori chef under 35 in Italia, riconoscendo il suo talento, la sua professionalità e dando la meritata visibilità al suo percorso professionale. La storia professionale di Marco continua poi al Resort Radici, nel Monferrato per 4 anni, dove affina ancora di più le tecniche e la sensibilità del fine dining, e giocato però su un approccio più agricolo, ancestrale e realista, lontano dalle eccessive formalità e delle etichette, mettendo a punto uno stile personale in cui eleganza e materialità della proposta culinaria vanno sempre, di pari passo.