Continua a riscuotere successo il format enogastronomico “Il Vignaiolo si racconta” promosso e organizzato dal ristorante Quattro Calici di Messina di Alessandra Strazzeri e Francesco Costanzo. Dopo l’appuntamento con la cantina messinese Principi di Mola di Alessandro e Giovanni Salvo, con il loro Mamertino DOC, ieri è stata la volta di Filippo Grasso, produttore di Etna DOC nel versante Nord del Vulcano, intervenuto alla serata insieme alla sorella Mariarita, solare volto dell’azienda che si occupa di commerciale, eventi e accoglienza in cantina.
“La nostra è una piccola azienda a gestione familiare, che vive e lavora sull’Etna da sempre – racconta Mariarita – noi siamo la quarta generazione. Siamo originari di Etna Est, poi alla fine degli anni ’90 mio padre si è innamorato di questo posto e ci siamo spostati nel versante Nord. Filippo è l’enotecnico della cantina. Produciamo cinque etichette, tutte con le nostre uve da soli vitigni autoctoni: nerello mascalese e nerello cappuccio per i rossi e il rosato; carricante, catarratto e minnella bianca per i bianchi”.

Sono sei gli ettari che i fratelli Grasso, insieme al padre di 87 anni, coltivano alle pendici dell’Etna, nella contrada Calderara, sul versante Nord, a 650 metri sul livello del mare; il terreno è composto quasi esclusivamente da sassi vulcanici (da qui il nome Ripiddu) che conferiscono al vino una mineralità e una sapidità uniche. La produzione è di circa 40 mila bottiglie l’anno.
“I nostri vini, semplici e diretti – spiegano i due fratelli – vogliono essere per noi un modo per farvi vivere l’esperienza di sentire il vulcano in ogni sorso. L’unico che si sgancia dalla denominazione è il Carrico 68.8 che è un richiamo al passato, infatti lo produciamo con tutte le uve della vigna vecchia vinificate insieme, anche rosse vinificate in bianco. Carrico è un’unità di misura, valeva 68,8 litri e corrispondeva a un carico di un asino. Il nome Ripiddu invece richiama il terreno vulcanico e il “Mare di Ripiddu” da l’idea del mare di pietra che circonda i vigneti“.



Dopo un focus sui vini e sulla bellissima storia familiare, ha preso il via la degustazione. Per l‘occasione la chef Alessandra Strazzeri ha selezionato pregiati ingredienti, dall’ostrica, all’astice, passando per il dentice e i porcini. Il tocco creativo della chef ha fatto la differenza in tutti gli antipasti. La serata ha preso il via con il benvenuto “La Dea Bianca” con riso, ostrica, limone e lampone, abbinato a Carrico 68.8. A seguire la rosa di dentice marinato servito con fichi neri freschi e l’insalata di astice e mango, dalle note fresche ed eleganti. Perfetto l’abbinamento con l’Etna Doc bianco Mari di Ripiddu. “Come un insalata di stocco”, piatto presente in carta dove il baccalà si esprime con raffinatezza al posto dello stoccafisso, ha accompagnato l’elegante Etna rosato della cantina etnea, un rosso mascherato… dalle bellissime tonalità aranciate e un tocco floreale e minerale. La degustazione si è chiusa con un grande classico d’autunno, gli eccellenti scialatelli con funghi porcini, uno degli ingredienti autunnali più ricercati e amati, serviti con l’Etna Rosso DOC. I vini di Filippo Grasso si sono fatti apprezzare per l’eleganza, la giusta componente di acidità e il grande temperamento. Piacevoli le note sapide e minerali e l’essenza del vulcano. La golosa tartelletta di frolla con crema al rum e fichi freschi ha concluso in dolcezza la cena firmata da Alessandra Strazzeri che ha datto prova della sua abilità e creatività ai fornelli.