Il coprifuoco ai ristoranti è una misura inutile, incoerente e discriminatoria. Arriva forte e chiaro il messaggio di dissenso degli Ambasciatori del Gusto, contrari alla chiusura anticipata dei ristoranti con servizio al tavolo.
L’Associazione Italiana risponde con forza alle anticipazioni diffuse nelle ultime ore circa il nuovo coprifuoco. “I ristoranti non sono la causa della movida incontrollata. Imporre una loro chiusura anticipata non porta ad alcun risultato concreto in termini di lotta agli assembramenti che di fatto si verificano fuori dai locali. Se l’intenzione del Governo è quella di mettere in atto un piano di prevenzione questo deve svolgersi dove il pericolo sanitario c’è veramente e quindi in primis lungo le strade e nelle piazze dove si verificano assembramenti e dove purtroppo non ci sono controlli. Va difeso il servizio al tavolo, che prevede il rispetto di tutta una serie di standard qualitativi – afferma in una nota l’associazione.
I ristoranti infatti si sono adoperati per mesi al fine di adottare le misure di sicurezza richieste dalle nuove norme (Fase Ripartenza) dettate dallo stesso Governo. Imporre ora una chiusura anticipata significherebbe rendere vano tutto quello che è stato fatto e gravare pesantemente su una categoria che con fatica e sacrificio sta cercando di ripartire.
Lo scenario economico non può che essere drammatico e preoccupante: se un ristorante deve chiudere alle 23, quel ristorante non aprirà nemmeno.
“Di fatto è mettere in ginocchio un’intera categoria attivando un lockdown camuffato” dichiara Cristina Bowerman, Presidente degli Ambasciatori del Gusto che a nome di tutti gli associati aggiunge “È impensabile e discriminatorio. Il comparto della ristorazione è il primo ad essersi attivato per garantire il rispetto delle regole che oggi invochiamo a gran voce. Chiediamo che la norma escluda tutti i locali dove viene offerto un servizio al tavolo che implica un obbligo di controllo per il gestore e uno standard qualitativo già in atto. Se ciò non accade il settore della ristorazione italiano morirà. Peraltro ci chiediamo, quali misure di supporto all’occupazione sono previste? Che ne sarà della norma che ci sollevava dai pagamenti degli F24 per 4 mesi a fronte del ri-arruolamento del personale? È palese che alla chiusura del locale farà seguito una nuova cassa integrazione”.
Dal palco di Taobuk, il festival internazionale della letteratura che si è concluso a Taormina, lo chef messinese e consigliere nazionale degli Ambasciatori del Gusto Pasquale Caliri è intervenuto sull’argomento e ha affermato che sarebbe un grave errore chiudere prima i ristoranti.
“Chiudere alle 23 – ha detto Chef Caliri– in apertura del dibattito sarebbe un errore. I ristoranti hanno già pagato abbastanza in termini economici. Sono i luoghi più sicuri. Vengono rispettate tutte le norme. E vengono controllati di continuo. Fermarci alle 23 sarebbe un errore madornale. Non toglieteci l’entusiasmo. Quell’entusiasmo che ha spinto molti di noi a ricominciare”. Chef Caliri, allievo di Gualtiero Marchesi, ha parlato di innovazione e rispetto ai giovani ha sottolineato quanto questi non abbiano il senso del gusto. “E’ il gust o- ha detto lo chef – la prima dote che devono avere coloro che si avvicinano a questo mestiere. Se non si riconoscono i diversi sapori non si può cucinare”.
Intanto l’Adnkronos ha pubblicato una nota in cui, secondo autorevoli fonti di governo, l’esecutivo non ha intenzione di prevedere chiusure anticipate di bar, ristoranti e locali, introducendo di fatto un coprifuoco. Il Dpcm a cui lavora il premier Giuseppe Conte non dovrebbe dunque introdurre orari ridotti.
Ieri sera della possibilità di anticipare le chiusure di bar e ristoranti si era ragionato nel corso della riunione a Palazzo Chigi tra Conte e i capidelegazione di maggioranza, ma nessuna decisione definitiva era stata presa.