“Non c’è vino più antico di quello dolce che anticamente veniva addolcito col miele”.
Buona la prima. Grande partecipazione alla prima edizione di “Sicilia in Dolce”, l’evento eno-gastronomico organizzato da AIS Sicilia – sezione di Taormina, che si è svolto il 7 dicembre scorso a Taormina. Che sarebbe stato un successo, lo si era capito sin dall’inizio. Importanti sono stati gli sforzi organizzativi e massiccia è stata la campagna di comunicazione sull’evento che ha acceso i riflettori sui vini dolci siciliani e sulla rinomata pasticceria dell’isola. C’era bisogno di un evento così e il “numero zero” ha superato ogni più rosea aspettativa, tanto che si parla già della seconda edizione. Ben 53 le cantine produttrici di vini dolci, passiti e vendemmie tardive siciliane che sono intervenute alla manifestazione e 31 sono state invece le pasticcerie che hanno portato in abbinamento i loro deliziosi dolci.
Un gremito Palazzo dei Congressi nella perla dello Ionio ha aperto le porte all’importante kermesse enogastromica che si è aperta con il taglio del nastro, avvenuto intorno alle ore 10,30, alla presenza dell’assessore regionale all’Agricoltura, Sviluppo rurale e Pesca nel mediterraneo, prof. Salvatore Barbagallo. Anche il sindaco di Taormina Cateno De Luca non ha voluto mancare all’appuntamento presenziando in serata alla kermesse.
LE MASTERCLASS
Tutto esaurito per le tre masterclass guidate, denominate rispettivamente “Isolani: un dolce viaggio tra Eolie e Pantelleria”, “Alla scoperta dell’insolito universo rosso di Sicilia” ed infine “I Marsala dolci e la pasticceria siciliana tra tradizione e innovazione” che si sono rivelate interessanti occasioni per scoprire sapori e tradizioni sul mondo dei vini dolci siciliani nonché momenti di approfondimento ma anche di esperienze sensoriali.
Abbiamo preso parte a due delle tre masterclass e ve le raccontiamo qui.
“Alla scoperta dell’insolito universo rosso di Sicilia” con Gioele Micali, delegato AIS Taormina, e Gianluca La Limina, degustatore e consigliere AIS Sicilia
Si inizia con una considerazione: nell’immaginario comune è più raro un passito da uve rosse e questo ci da subito un’idea diversa rispetto ai passiti bianchi per la presenza di tannini, polifenoli, antociani. L’alcol preserva l’espressione tannica e da misura alla dolcezza. Il mondo dei vini passiti è variegato e, accanto a denominazioni blasonate, ve ne sono molte altre poco conosciute.
L’occasione è stata dunque importante per far scoprire al pubblico presente produzioni eroiche e grandi vini dolci rossi di Sicilia che spiccano per la magica leva del tannino nella consapevolezza che il dolce attenua e a volte sopprime l’acido e l’amaro, ma non l’astringenza e la sapidità per un sottile equilibrio.
La masterclass ha portato alla scoperta di 7 cantine da territori diversi per 7 interessanti espressioni. Alla presenza dei produttori Franco Fenech (Fenech), Gianfranco Lombardo (Tenute Lombardo), Angelo Paternò (cantina Marilina), Gianfranco Calì in rappresentanza di Al Cantara e Nino Pelleriti di Cambria Vini si è voluto restituire ai vini passiti il ruolo che meritano. Si è molto parlato di abbinamento dessert/vino passito dolce, con la degustazione di dolci provenienti dal territorio siciliano, dal croccante al panettone, dalla pignolata messinese bianca e nera alla torta al cioccolato. Il carattere dei vini dolci rossi è spesso difficile perché sono meno versatili dei bianchi. Si rivela la scelta giusta abbinarli a dolci che si caratterizzano per l’importante struttura e l’elevata succulenza. Abbiamo constatato che l’affinità aromatica dei vini rossi passiti con il cioccolato è la chiave di lettura più stimolante per un abbinamento armonico.
I vini in degustazione:
Fenech “Disiato” 100% Corinto nero. Una straordinaria chicca dalla persistenza olfattiva che ricorda il fascino dello sherry. Sembra un vino perpetuo e dona grande piacevolezza, data da questo vitigno antichissimo il Corinto Nero, che proviene dalle terre dell’omonima polis dell’antica Grecia. È un vitigno dalle basse rese, con acini piccoli, buccia sottile, di colore rosso tendente al viola e quasi completamente privo di vinaccioli.
Alessandro di Camporeale “Kaid” syrah vendemmia tardiva. Vino soave, armonioso, di rara eleganza, esprime pienamente il sole e la meravigliosa terra di Sicilia. Una “perla” che avvince per la sua squisita raffinatezza in cui il tannino abbraccia una nota salina molto interessante.
Al – Cantara “Lu disìu” nel significato del desiderio. Un passito da nerello mascalese di grande versatilità e una grande avvolgenza data una nota vegetale davvero straordinaria.
Tenute Lombardo “Passadinero”, vendemmia tardiva Sicilia Doc, 100% Nero d’Avola. Siamo al centro della Sicilia, su suoli calcarei a 600 slm si ritrovano le condizioni perfette per l’appassimento di queste uve. Si apprezza al naso ìla ciliegia sotto spirito. Il passito fa un passaggio in legno in botti di quarto passaggio per ammorbidire il tannino. Dona una freschezza vibrante che chiama la beva.
Cambria “Kio” passito da Nocera 2018. Un vitigno che consente più di altri l’appassimento e il passito mostra alla beva un tannino saporito di grande piacevolezza.
Feudo Montoni passito rosso Terre Siciliane 2018 da un blend di Nero d’Avola e Perricone. In questo passito rosso spicca un’acidità verticale, una spezia dolce e un tannino verde. Potremmo definirlo il porta bandiera delle vendemmie tardive. La nota di liquirizia persiste a lungo in bocca.
Cantina Marilina Gocce d’autunno, rosso passito (Nero d’Avola) 2018 spicca per una grande riconoscibilità olfattiva. Al naso, fiori appassiti, frutta macerata e il ricordo di un paté di olive. Freschezza e sapidità sempre in primo piano.
Masterclass “I Marsala dolci e la pasticceria siciliana tra tradizione e innovazione” con Mariagrazia Barbagallo, vice presidente AIS Sicilia e delegata AIS Catania, e Cinzia Mastrangelo, degustatore AIS Sicilia
La masterclass ha preso il via con un salto all’indietro nel tempo per ricordare le lontane radici del Marsala e il suo legame col viaggio, con alcune tappe fondamentali. John Woodhouse, commerciante di potassa inglese, nel 1773 approda a Marsala per una tempesta e si innamora del nostro perpetuo. Esportò il Marsala in Inghilterra e impiantò un baglio. Nel 1806 Benjamin Ingham, commerciante di stoffa inglese, costruì una cantina nella stessa strada di Woodhouse. Nel 1819 i Withaker, nipoti di Benjamin Ingham, si trasferirono in Sicilia per aiutare lo zio. Nel 1801 James Hopps, nipote di Whitaker, dopo aver diretto l’azienda dello zio a Petrosino, intraprese una propria attività a Mazara del Vallo. Nel 1883 arrivano in Sicilia i Florio, partiti dalla Calabria.
Il Marsala è anche conosciuto come il vino della vittoria. Infatti l’11 maggio 1860 Giuseppe Garibaldi durante lo sbarco dei Mille brindò proprio con un bicchiere di Marsala.
Il 1969 segna la nascita della Doc Marsala.
Secondo il disciplinare di produzione il Marsala è un vino liquoroso prodotto in provincia di Trapani ad eccezione dei comuni di Pantelleria, Favignana e Alcamo. Oggi del Consorzio per la tutela del vino Marsala Doc fanno parte 17 cantine, tra le più conosciute: Pellegrino, Florio, Martinez, Rallo, De Bartoli, Intorcia, Alagna, Ansaldi.
Molto importante il colore che serve per distinguere il Marsala: Oro e Ambra (grillo, inzolia, catarratto, damaschino) o Rubino (nero d’Avola, nerello mascalese, pignatello con il 30% uve bianche). La classificazione si ha in base all’invecchiamento: Fine (1 anno min.), Superiore (2 anni min.), Superiore riserva (4 anni min.), Vergine (5 anni min.), Vergine Riserva (10 anni min.).
Tra le cantine storiche c’è Rallo fondata nel 1860 che oggi conta circa 68 ettari vitati tra Marsala, Trapani e Pantelleria.
Tra i pionieri di un nuovo modo di produrre vino c’è Marco De Bartoli. L’azienda nasce nel 1978 a 12 km da Marsala quando il giovane agronomo subentrò in azienda alla madre nella conduzione del Baglio di Samperi, la tenuta da dove per oltre 2 secoli si coltivavano le uve per produrre il Marsala.
Cantina Pellegrino nasce nel 1880 grazie al fondatore Paolo Pellegrino e una storia che si tramanda da 7 generazioni.
L’azienda Martinez fu fondata da Carlo Martinez nel 1886 e opera da 6 generazioni con una grande attenzione verso l’ambiente e la qualità.
Tre generazioni invece segnano la storia centenaria di Cantina Intorcia, fondata nel 1930 a Marsala da Francesco Intorcia. Nel 2010 nasce il marchio Heritage, frutto della vendemmia 1980 e della selezione delle riserve presenti in cantina da 3 generazioni. Oggi c’è Franco Intorcia a capo dell’azienda.
Una considerazione infine. Una gran bella scoperta ciascun Marsala in degustazione: da Rallo Mille Marsala Superiore Riserva Semisecco a Marco De Bartoli Marsala Superiore Vigna La Miccia Marsala Superiore Oro Semisecco Doc; da Pellegrino BIP BENJAMIN Marsala Superiore Riserva Dolce Oro Doc a Martinez La Madre Marsala Superiore Riserva 2010 Dolce Doc, fino aFrancesco Intorcia Heritage Marsala Superiore Vintage 2004 Ambra Dolce.
Un’edizione da ricordare dunque e si lavora già per il prossimo anno. Non hanno fatto mancare la loro presenza sia il presidente regionale AIS Francesco Baldacchino, il presidente nazionale della FENAPI, Carmelo Satta, la Responsabile di Piano del Gal Taormina Peloritani Terra dei miti e della bellezza, la Dott.ssa Beatrice Briguglio e dell’I.R.V.O., il Dott. Felice Capraro.
Al convegno/tavola rotonda hanno preso parte Carlo Hauner Vicepresidente del Consorzio Malvasia delle Lipari Doc ed in videocollegamento Benedetto Renda Presidente del Consorzio della Doc Marsala e del Consorzio Pantelleria Doc al fine di approfondire e valorizzare le ricchezze enogastronomiche del patrimonio siciliano insieme a Slow Food Messina, Non solo cibus e la Fondazione ITS Albatros.
Una squadra, quella di AIS Sicilia – sezione di Taormina, con in primis il delegato Gioele Micali, il responsabile eventi della delegazione Gianluca La Limina, i relatori Giovanni Mormina, Andreia Rogoz, Mariagrazia Barbagallo, Cinzia Mastrangelo e gli addetti al servizio Letizia Rizzo, Floriana Motta, Salvatore Micali, Nicola Trischitta, Rosario Mercia, Gaetano Carrozzo, Antonino Grioli, Pasquale D’Angelo, Giuseppe Lotta, Alessandro Moscheo, Ruben Micali e Natale Triolo, coordinati da Giovanni Tringali, Dana Muscalu e Giuseppe Visalli che si sono rivelati all’altezza e capaci di organizzare e proporre eventi di grande qualità e di grande respiro internazionale favorita anche dalla splendida location della città di Taormina.