Primo appuntamento a Messina di Ais Taormina: “Da Scilla a Cariddi…il Nocera tra identità e storia”.
Un vitigno autoctono della provincia di Messina ancora poco conosciuto, eppure con un potenziale enorme per realizzare vini importanti. Stiamo parlando del Nocera, sul quale è stato fatto un importante focus denominato “Da Scilla a Cariddi…il Nocera, tra identità e storia”. L’evento organizzato da Ais-Taormina presso i locali dell’ITS Academy Albatros di Messina.
Il vitigno che ha una spiccata acidità e gradazione alcolica, è stato introdotto dal delegato Ais-Taormina Gioele Micali che ha raccontato la sua storia. Il vitigno, negli anni, ha cambiato anche denominazione in base alle zone di produzione. Molto resistente alle malattie, fu uno dei pochi, come dimostra uno studio francese, a resistere alla Fillossera che, alla fine dell’800, fu un flagello per i vitigni di tutta Europa.
Gli antichi latini lo legavano agli storici vini “Mamertinum” e ai vini di “Zancle”. Fino ad arrivare gli inizi del 900 quando Pietro Cuppari sostenne che “Tra quelli ad uva violacea vanno menzionati il Nocera in provincia di Messina ove produce il famoso vino Faro e nella pianura di Milazzo ove produce uno dei più poderosi vini da taglio…”.
E fino a qualche anno addietro sembrava essere destinato solo ad essere un “vino da taglio”. Poi i produttori messinesi e anche qualcuno calabrese (era presente in degustazione), scoprirono l’enorme potenziale del Nocera vinificato in purezza.
Negli ultimi anni, quindi, hanno preso il via produzioni di Nocera con lavorazioni diverse, in base alle esigenze dei produttori e alla loro voglia di sperimentare. Qualcuno lo affina in acciaio, chi in legno, altri in cemento e persino in anfora.
Il vitigno Nocera è ampelograficamente molto affine ai Nerelli, ma come hanno sottolineato anche i produttori durante la degustazione, il prodotto finale non è simile a nessun altro vino. E’, quindi, un prodotto unico che, pur arrivando a maturazione con un grado zuccherino elevato, conserva sempre una buona acidità naturale.
Il vini che si ricavano, come ha spiegato nel suo intervento Gioele Micali, hanno una concentrazione cromatica particolare dovuta agli antociani e ai polifenoli. Si caratterizzano da intensità e complessità olfattiva. Ottima intensità di tutte le percezioni gustative e un buon equilibrio acido/alcolico.
Anche se ufficialmente si indica solo un biotipo che viene coltivano nelle zone vicino al mare, pare ce ne sia un secondo localizzato in zone collinari caratterizzato da acini e grappoli di piccole dimensioni.
Il delegato Ais-Taormina, ha concluso il suo intervento definendo il Nocera “un vitigno cerniera che lega due Regioni, due territori e due province speculari ma separate dal mare”.
Il Primo vino in degustazione è stato: Petalo Tenuta Enza La Fauci. Uno dei due vini della cantina messinese prodotto con uve Nocera. La produttrice ha spiegato che Il vitigno non si lascia strapazzare dal vento di Scirocco spesso presente nella sua zona di produzione, e resiste senza alcun problema. E’ prodotto a Mezzana, zona tirrenica del messinese ricca di sole. Il terreno è argilloso con forte presenza di mica dorata, pietra tipica del messinese che contribuisce in maniera importante al risultato organolettico finale. I terrazzamenti si affacciano sul mare e questo conferisce una nota di sapidità spiccata al vino. Affinato in acciaio, Rosa cadmio con un bagaglio olfattivo che rimanda alla nota agrumata iodata, rosmarino, origano, fragolina selvatica. Si sente la componente fresco/sapida importante. Di facile beva.
Il Secondo vino in degustazione è stato: Nocera Igp 2021 Cantina Daemone vinificato in rosso in acciaio. Colore rubino con riflessi violacei. Al naso sentori erbacei, foglia di pomodoro e frutti rossi, discreta componente tannica con una nota amaricante.
Il Terzo Vino in degustazione: Nocera Planeta 2020. Colore rosso rubino con bordo granato. Sentori di ciliegia, mora di rovo,
Il Quarto vino in degustazione: FRASANE’ IGT Palizzi (Calabria) 2021. Affinamento acciaio in un terreno situato a 280 m sul livello del mare che incide sulla sapidità. Rosso violaceo, varietà olfattiva complessa, rosa rossa, frutto molto maturo, ciliegia, prugna disidratata, pepe nero, noce moscata. Componente alcolica (14.5% vol) perfettamente integrata alla trama del vino, buona persistenza aromatica.
Il Quinto vino in degustazione: Principi di Mola Sicilia Doc Nocera 2018. Affinamento in acciaio (6 mesi) e due mesi in bottiglia. Zona di produzione Rodì Milici in terreno argilloso. Sentori di amarena sotto spirito, finocchietto selvatico, felci, fieno nota erbacea matura. Vino impattante per la componente alcolica, tannino verde, un vino che dimostra una grande longevità.
Il Sesto vino in degustazione: Don Giovanni Cantina Antica Tindari 2017 vinificato in acciaio. Rosso rubino limpido. Sentori di fiori secchi, terra umida, mirtillo, ribes nero, pepe nero. Al gusto risulta un tannino sabbioso e fine
Il Settimo vino in degustazione: Nocera Igt Sicilia Gaglio vignaioli 2017 vinificato in acciaio da uva surmatura. Note olfattiva: frutta matura rossa, rosa matura, marmellata fragole. Al gusto si ritrovano i sentori olfattivi.
L’Ottavo vino in degustazione: Ilnò Nocera Terre Siciliane Rosso Bonavita 2021 affinato in cemento dieci mesi poi in bottiglia. Vendemmia nella prima decade di ottobre. Nocera a grappolo piccolo e chicco grande che consente di arrivare a ottobre senza soffrire di malattie. Buccia molto spessa. Terreni argillosi, gessosi, molto variegati. Colore rosa chiaretto, nota di sottobosco, pioggia su un terreno asciutto. Tannico, sapido, vino che dimostra longevità.
Il Nono vino in degustazione: Dromos Cantine Lipari Trecento 2022. Prodotto nel territorio di Santa Lucia del Mela, vinificato in anfora con macerazione per 4 mesi e affinamento per altri 4 mesi. Rosso rubino con leggere sospensioni, erbaceo, frutta rossa giovane. Tannino quasi adesivo, caldo.
Il Decimo vino in degustazione: Nocera Doc Sicilia Vasari 2020. Prodotto a Santa Lucia del Mela in un terreno a 300 m slm. Affina in botte di 60 ettolitri di rovere francese tostatura media. Fermentazione in fusti di acciaio a temperatura controllata di 24° per 20 giorni. Rosso rubino luminoso, frutti rossi, fresco di corpo, si sente un tannino non troppo invadente, felpato e morbido.
L’Undicesimo vino in degustazione: Arte Nocera doc Rosso Mimmo Paone 2018. Colore rosso rubino, profumi persistenti con sentori di frutta fresca e sottobosco. Al gusto risulta fresco e vellutato.
Il Dodicesimo vino in degustazione: Mastronicola Azienda Cambria 2015. Zona di produzione Furnari terreno medio impasto di origine calcareo, 110 metri slm . Si vendemmia a metà settembre, affinamento in botte di rovere francese per circa 14 mesi, e 12 mesi in bottiglia. Rosso rubino riflessi granati, profumi di frutta rossa sotto spirito, fondo bruno, cioccolato, tabacco dolce, cannella. In bocca risulta equilibrato, fresco, tannico, con una lunga persistenza al palato.
Il Tredicesimo vino in degustazione: Sicè tenuta Gatti Terre siciliane Igt 2014. Zona produzione Librizzi, fermentazione in acciaio per 6-8 giorni e successiva fermentazione malolattica. Affinamento in tonneaux e botti grandi. Profumi di sottobosco, terra, radici, liquirizia, humus, cioccolato, cuoio, pellame. In bocca tannini delicati ed buon equilibrio, ottima persistenza