Il Museo del caffè Morettino di Palermo e Il Museu do Café di Santos insieme per celebrare, attraverso il racconto del caffè, il legame tra la cultura italiana e quella brasiliana. Si è svoltonei giorni scorsi all’interno della fabbrica museale del caffè Morettino l’incontro che sancisce il gemellaggio tra le due realtà museali che da anni lavorano nei rispettivi Paesi per diffondere la cultura autentica del caffè, nell’anno del 150° anniversario dell’emigrazione italiana in Brasile.
L’educational sul caffè, organizzato da Morettino e fortemente voluto dalla Console onoraria del Brasile a Palermo Rosy Calamita, insieme all’Ambasciatore del Museo nazionale dell’emigrazione italiana di Genova Fabio Niosi, si inserisce all’interno del calendario di eventi della Comunità emblematica del Rito del caffè Espresso di Palermo, guidata da Arturo Morettino, che opera per il riconoscimento dell’Espresso come Patrimonio immateriale dell’umanità Unesco. Un viaggio tra storia e tradizioni, per raccontare gli aspetti che legano il nostro popolo a quello brasiliano, usando come trait d’union il caffè, di cui il Brasile è il più grande produttore ed esportatore a livello globale.
L’incontro è stato il primo tassello della collaborazione tra il Museo del caffè Morettino di Palermo, il primo nato in Italia quasi 40 anni fa e che raccoglie oltre mille oggetti legati alla produzione e al consumo del caffè dal 1600 a oggi, e il Museu do Café di Santos, guidato dalla direttrice Alessandra Almeida che ha partecipato ieri in collegamento dalla città brasiliana. Il Museu do Café di Santos, che sorge all’interno dello storico Palácio da Bolsa Oficial do Café, è uno dei più importanti poli museali del Brasile e ha come scopo principale quello di preservare e far conoscere la storia del caffè nel mondo. Attraverso oggetti, documenti e supporti audiovisivi dalla seconda metà del XVIII secolo fino ai giorni nostri, racconta come l’evoluzione della cultura del caffè e lo sviluppo politico, economico e culturale del paese siano strettamente collegati.
Durante l’evento si è ripercorso il ruolo dell’emigrazione italiana, in particolare quella che dal Sud della Penisola alla fine del 1800 partì per lavorare nelle piantagioni di caffè, nello sviluppo dell’economia brasiliana fino a oggi. “Riuscire a capire quanto il legame tra immigrazione italiana in Brasile e crescita della produzione di caffè è molto importante – spiega Fabio Niosi – Nel 1860 venne interrotta la tratta degli schiavi africani e il loro utilizzo nelle fazendas brasiliani, generando un problema nell’economia locale del caffè. Nel frattempo, l’Italia viveva una crisi profonda a livello socio-economico che spinse migliaia di persone a partire verso le Americhe. Siciliani, campani, calabresi e pugliesi furono indirizzati nelle piantagioni di caffè del Nord del Paese, sostituendo di fatto la schiavitù africana. Nei decenni, gli italo-brasiliani sono riusciti con tenacia a farsi strada e oggi sono oltre 32 milioni i discendenti italiani in Brasile, il 14% della popolazione totale”.
Infine, si è esaminato il legame tra San Benetto il Moro, uno dei patroni di Palermo, con il Brasile, dove viene venerato come Santo patrono del caffè. A Bragança, nello Stato del Pará, infatti da più di 200 anni si commemora “São Benedito o Negro” con una festività che per molti aspetti ricorda il Festinodi Santa Rosalia a Palermo. “Conosciamo già, noi brasiliani, il valore del caffè, ma sicuramente per molti versi è ancora sconosciuto – commenta la console onoraria brasiliana di Palermo Rosy Calamita – Questo evento coinvolge brasiliani ed italiani alla scoperta di un mondo dal profumo familiare, con curiosità, aneddoti, fatti reali e degustazione di caffè brasiliano”.
“Oggi con il gemellaggio dei due musei abbiamo posto le basi per la costruzione di un ponte culturale tra il Brasile, la patria del caffè, e l’Italia patria dell’espresso – dichiara Arturo Morettino – Un ponte che congiunge Santos, storica città portuale brasiliana, con Palermo, porto cruciale tra le rotte del Mediterraneo. Il caffè brasiliano e l’espresso italiano sono due icone rappresentative di valori unici e di culture diverse ma espressioni complementari degne del riconoscimento Unesco come patrimoni immateriali dell’umanità. Sono fiero ed onorato di aver condiviso con la direttrice del Museu do Café di Santos Alessandra Almeyda analoghi ideali per la diffusione della cultura del caffè, rendendo i musei da noi rappresentati luoghi vivi, internazionali, partecipativi, socialmente responsabili e affettivi”.