La delegazione siciliana dell’associazione “Donne del Vino” rinnova l’appuntamento enogastronomico con Calici di Vita. L’appuntamento con il wine lunch solidale è per Sabato 1 luglio alle 12,30 al ristorante Bagliotto nel suggestivo Borgo Parrini a Partinico.
“L’estate delle Donne del vino Sicilia – dice Roberta Urso, delegata regionale dell’associazione – è segnata dalla quinta tappa dell’evento DxD. Questa volta ci incontreremo in uno dei borghi più belli della nostra Isola, Borgo Parrini, e ancora una volta il vino sarà il volano per tenere alta l’attenzione sul tema della violenza contro le donne. Sarà l’occasione di fare del bene, supportare le associazioni che ogni giorno lavorano e profondono energie per aiutare chi è’ in difficoltà. In questi mesi abbiamo iniziato a tracciare un solco che piano piano sta diventando sempre più profondo, terra fertile di azioni concrete, per creare rete e fare da esempio a chi vuol fare della propria esperienza un dono. La vigna è’ madre e come tale genera vita, una nuova vita che con il nostro piccolo contributo e quello dei winelover che ci seguono può essere restituita”.
“DxD :Calici di vita” è un’alleanza tra produttrici socie dell’associazione regionale e i ristoratori per sostenere i centri di aiuto alle donne vittime di violenza dell’isola, nell’ambito della campagna nazionale “Tu non sei sola” promossa ed organizzata dalle DDV Italia presieduta da Daniela Mastroberardino. Un tema tragico che vede in primo piano l’associazione che, dopo il femmicidio nel 2018 di Donatella Briosi, socia DDV, sommelier friulana, barbaramente uccisa dal marito, ha creato uno rete nazionale di centri antiviolenza. Uno spazio virtuale, un pulsante #Tunonseisola”, dove le donne in difficoltà possono cliccare e rivolgersi al centro antiviolenza più vicino per avere supporto.
“Fare rete”, la mission del progetto. Infatti, parte del ricavato del wine lunch solidale di DXD andrà all’associazione “Libera di vivere” di Palermo creata nel 2015 da Barbara Bartolotti sopravvissuta alla follia omicida di un collega di lavoro. Era il 20 dicembre del 2003. Barbara, sposata e madre di due bambini, aveva 29 anni e portava in grembo il figlio che non è sopravvisuto alle fiamme in cui è stata avvolta dal suo aggressore che, dopo averla picchiata, l l’ha cosparsa di benzina. Barbara ha trovato la forza di rinascere dando alla luce una terza figlia e impegnandosi ad aiutare le altre donne vittime di violenza con la sua associazione. “Vado anche in giro per le scuole d’Italia a raccontare la mia storia e a insegnare il rispetto e la non violenza – racconta – ma lo Stato mi ha abbandonato. Non ho più un lavoro e l’ associazione anche dopo ripetuti appelli, non ha una sede ed accogliamo le donne negli studi degli avvocati e degli psicologici, soci dell’associazione”. Il suo aggressore, è stato condannato a 21 anni di carcere ma la pena è scesa a quattro di domiciliari e con l’indulto dopo pochi mesi, libero e assunto anche in Banca. Come se nulla fosse accaduto. “ Quando le donne del vino mi hanno contattato parlandomi dell’iniziativa- dice Barbara- ho avvertito una nuova speranza. Un gesto di solidarietà che mi ha dato modo di pensare che grazie a loro Libera di vivere avrà modo di fare qualcosa di utile per gli altri”.