Si chiude il sipario sulla XV edizione di Contrade dell’Etna. Più ricca che mai di contributi, presenze e prestigio internazionale. Più di 7000 presenze, 120 i giornalisti accreditati fra italiani e wine writer provenienti da varie parti del mondo, circa 90 le cantine partecipanti, oltre 600 etichette.
La rassegna, organizzata dalla società Crew, che celebra la cultura del vino sull’Etna, si è svolta dall’11 al 13 maggio. Ancora una volta il palcoscenico ideale è stato quello del Picciolo Etna Golf Resort a Rovittello, Castiglione di Sicilia, in provincia di Catania.
Tre giorni fra conferenze, talk show, masterclass e banchi d’assaggio. Al centro il vulcano e i suoi vini con le diverse e peculiari caratteristiche organolettiche che rendono uniche e pregiate le bottiglie provenienti da questo territorio.
Più che soddisfatti gli organizzatori della società Crew, Raffaella Schirò, Massimo Nicotra e Sergio Cimmino: “Un tour de force – dicono – che anno dopo anno ci vede sempre più felici dei risultati. Tanti i riscontri ricevuti, il nostro impegno è quello di potenziare e migliorare sempre più la rassegna”.
La tre giorni è iniziata con la conferenza di Paolo Corazzon di 3BMeteo sulle cause e le conseguenze sulla salute dell’uomo, degli animali e sull’agricoltura del cambiamento climatico. “Quello che sta succedendo in Sicilia – ha detto Corazzon – fa parte di un fenomeno molto più ampio. La Terra si sta scaldando sempre più velocemente. L’innalzamento è talmente rapido da essere rilevato mensilmente e non annualmente. E’ vero che anche in passato si erano registrate alte temperature, ma l’aumento era lento e progressivo, mai così veloce come negli ultimi anni”. A dialogare con il metereologo e con gli altri ospiti nella mattinata di apertura di Contrade è stato il giornalista Fabrizio Carrera, direttore di Cronache di Gusto.
Conclusa la conferenza tecnico scientifica sul clima, Contrade dell’Etna ha ospitato Elvira Amata, assessore al Turismo della Regione Siciliana. Al centro dell’intervento le potenzialità offerte dall’enoturismo in Sicilia: “Non più turismo di nicchia – ha detto – ma dalle ampie prospettive. E’ cambiato il modo di viaggiare e sempre di più il cibo e il vino che caratterizzano il territorio, fanno parte dell’offerta culturale, insieme alle bellezze artistiche e paesaggistiche. Il nostro obiettivo è anticipare la domanda. Il mondo del vino traina il flusso turistico, tanto da aver raggiunto un 58 per cento nel 2023”.
La prima giornata è proseguita con il saluto e il conferimento ufficiale del titolo di “madrina” di Contrade dell’Etna 2024 a Stevie Kim. Lo scorso anno il titolo di “padrino” della manifestazione era andato allo chef tristellato Heinz Beck. Stevie Kim, coreana, cresciuta a New York, da trent’anni residente a Verona. Con il suo Italian Wine Podcast, nato nel 2017 racconta le mille sfaccettature del vino italiano. Con la Vinitaly International Academy, la scuola di formazione da lei fondata nel 2014, prepara il pubblico internazionale di operatori del settore. “Mi sono innamorata – ha detto Kim – di questo territorio, non solo del vino. Ho conosciuto persone genuine, la gente delle contrade. Hanno la missione di valorizzare l’Etna”.
Protagonisti del pomeriggio sono stati i vini dell’Etna, al centro delle quattro masterclass, riservate ai media specializzati e internazionali, condotte da Federico Latteri, giornalista di Cronache di Gusto, wine writer ed esperto di vini; Cristina Mercuri, wine educator e presenter, ceo e founder di Mercuri Wine Club; Pietro Russo, primo enologo d’Italia ad aver conquistato il prestigioso titolo conferito dall’Institute of Masters of Wine.
Il secondo e il terzo giorno, dedicati ai banchi d’assaggio, con la presentazione dei vini “en Primeur” alla stampa qualificata e agli addetti ai lavori, e poi al pubblico e agli operatori commerciali, enoteche, ho.re.ca, importatori, grossisti e agenti, hanno rappresentato ancora una volta la festa del vino, così come la intese Andrea Franchetti, suo fondatore.
Fra gioia e convivialità, produttori e pubblico hanno replicato per il quindicesimo anno il piacere di ritrovarsi. I vignaioli che in passato si riunivano nelle cantine private per degustare e confrontarsi sulle annate, hanno tenuto il passo con la continua escalation del mondo del vino, con l’asticella sempre più alta delle attese relative alla qualità. Così i produttori locali nel rituale dell’”en Primeur”, importato direttamente dalla storica tradizione di Bordeaux, presentano i loro vini non ancora in commercio. Franchetti, proprietario dell’azienda etnea Passopisciaro e della toscana Tenuta di Trinoro, coinvolse agli esordi i primi pochi produttori. Un’idea semplice e geniale che rinnovò l’energia del territorio etneo già impregnato dalla tradizione secolare. Ogni Contrada, presente sulle pendici del vulcano, è caratterizzata da proprietà e peculiarità uniche e inimitabili, determinate dalle differenti composizioni del terreno.