MESSINA – Avviato l’iter De.Co. (Denominazione Comunale di Origine che ha la funzione di legare un prodotto a un territorio comunale) per due prodotti gastronomici di eccellenza: le braciole di carne e l’arancino. Questi marchi di garanzia sono nati in seguito alla legge 142 dell’8 giugno 1990 che da ai comuni la facoltà di disciplinare in materia di valorizzazione delle attività agroalimentari tradizionali. I vertici di Palazzo Zanca non hanno dubbi. I due prodotti della tradizione messinese faranno da apripista per la certificazione di altri prodotti che rappresentano la tradizione gastronomica locale. L’iniziativa, che è stata presentata qualche giorno fa al Museo Regionale di Messina, vede tanti Enti coinvolti: il Comune di Messina, Sicindustria Delegazione di Messina, l’Università degli Studi e la Camera di Commercio peloritana.
Di De.Co si parlava già da anni, grazie a una delibera comunale del 2020 che aveva dato impulso all’iniziativa. Poi la pandemia ha bloccato tutto. “Siamo convinti che l’input di istituire le DeCo per questi primi prodotti emblematici per la città di Messina – ha affermato l’assessore Finocchiaro – stimolerà l’ingresso di altre tipicità in questo iter. Noi stiamo riattivando una delibera del 2020 che è stata proposta dall’assessore Dafne Musolino. Le DeCo già esistono ma bisogna saperle sfruttare in virtù della propria area ed estendendo il discorso alle associazioni di categoria per ottenere risultati più celeri. Ci sono dei piatti che nessuno ci può togliere e su cui ci concentreremo, come la granita caffè con panna e la brioche col tuppo e il pesce stocco alla ghiotta”. L’assessore Calafiore ha sottolineato la possibilità di integrare la lista con nuovi prodotti, facendo un censimento agricolo. “Questo di oggi deve essere un confronto felice – ha evindenziato – per misurarci con il futuro, senza diatribe con altre province. Ognuno può trovare la sua peculiarità senza restare indietro”.
Flora Mondello – presidente del Consorzio di tutela Doc Mamertino – ha aggiunto: “Il marchio DeCo rappresenta la perfetta sinergia tra istituzione locale e impresa che opera nel territorio: una svolta epocale per la valorizzazione del territorio legato alle proprie eccellenze agroalimentari. Messina dimostra di esserci. Il Consorzio della Doc Mamertino – ha concluso la produttrice di vino – abbraccia questa iniziativa con entusiasmo: del resto, il nostro prodotto si lega indissolubilmente alle nostre zone”. A prendere la parola è stato anche uno dei membri del Consorzio Doc Faro Antonino Bonfiglio: “Il nostro territorio unico e meraviglioso ha delle eccellenze ancora non ben valorizzate. Il ruolo dei produttori e delle istituzioni è fondamentale in una visione di cooperazione per invertire la tendenza. Abbiamo delle eccellenze già riconosciute come l’architetto Geraci di Palari che ha fatto bere il suo vino Faro ai Grandi della Terra, in occasioni importanti, ma abbiamo anche delle realtà in crescita gestite da Sabbatino e Barzagli”. Il Sindaco Federico Basile ha invece ribadito l’importanza di dovere amplificare il comparto del food, espressione di una identità e cultura che non va mai persa ma solo recuperata con tutte le risorse possibili. Il dibattito è stato moderato dal direttore del giornale online Cronache di Gusto, Fabrizio Carrera.
Dopo gli interventi dei relatori, i cooking show hanno calamitato l’attenzione dei presenti. A cimentarsi nella preparazione dell’arancino è stato proprio il primo cittadino di Messina con la guida dello chef de “L’Ancora dal 1968” Cosimo Andreotti. Mentre per il cooking show sulle braciole, l’assessore Calafiore ha affiancato l’Azienda “Lombardo 1830” presente con il titolare Giovanni Lombardo. La degustazione dei piatti è avvenuta successivamente al Circolo del Tennis e della Vela. Le preparazioni sono state accompagnate dai vini messinesi che rappresentano le tre importanti Doc Faro, Malvasia e Mamertino, in collaborazione con la Scuola Europea Sommelier. Dulcis in fundo il pranzo si è concluso con i cannoli della Pasticceria Irrera.