Nulla è più conviviale che sedersi attorno ad un tavolo e chiacchierare sorseggiando un punch preparato ad arte con ingredienti del territorio, lasciato fermentare per 24 ore, e pronto per essere gustato, aggiungendo a piacere le spezie e gli aromi preferiti che profumano di terra e di natura. Riempirsi il bicchiere con un mestolo dalla boule disposta a centro tavola è la massima espressione di condivisione.
L’aperitivo conviviale torna di moda per ricreare le affascinanti atmosfere di metà Ottocento. La Bowl di Punch preparato con un mix di alcolici, agrumi, zucchero, acqua e spezie, negli anni che vanno dal 1670 al 1850, era un vero e proprio rituale tra amici. La parola punch che deriva dall’arcaico hindi paintch, significa 5 e, non a caso, questo cocktail è composto proprio da 5 elementi che, se perfettamente bilanciati, danno vita a una bevanda molto piacevole al palato, ricca di profumi.
Riportata in auge da un lontano passato, il punch torna di moda e viene servito come cocktail conviviale nella tenuta biologica Monaci delle Terre Nere. L’occasione per scoprire questa lussuoso Relais nel cuore della Sicilia è stata offerta dall’evento del 21 aprile scorso, denominato “Punch & Wine Cocktails”. Ospite d’eccezione Paolo Sanna, bartender del Banana Republic di Roma che ha preparato il suo “Monaci Punch” con brandy italiano, amaro Amara, scorze di agrumi (pompelmo, arance e limoni) battute con lo zucchero e un decotto di spezie e frutti rossi essiccati. “In stagione – ha affermato il bartender romano – si possono utilizzare i gelsi o i mandarini tardivi dell’Etna, perché per il punch non c’è una ricetta precisa, si compone con quel che si trova“.
Dopo più di 10 anni trascorsi a miscelare cocktail dietro il bancone del suo locale storico nei pressi del Vaticano, il barman 41enne ha deciso di specializzarsi nello studio e nella valorizzazione dei distillati made in Italy. Abbazie, cantine sociali e distillerie familiari sono diventate meta dei suoi viaggi lungo tutta la penisola. Così è arrivato a Monaci delle Terre Nere, un luogo incantevole ai piedi dell’Etna che ha raccolto nell’antichità le preghiere e le opere dei frati.
Presente e passato si fondono in questa struttura senza tempo, che è stata finemente ristrutturata, e che oggi riesce a fondere con eleganza l’antica ricchezza nobiliare con i canoni dell’arte contemporanea.
Immersa nel verde, tra uliveti, agrumeti e vigneti, l’antica residenza dei primi dell’800 prende il nome dalla sua contrada, dominata dal maestoso vulcano. Quasi due ettari del terreno che circonda la struttura sono riservati all’orto e alla produzione di 33 varietà di piante aromatiche, come salvia, menta, maggiorana, timo, lavanda, nepitella che conducono alla scoperta del sottobosco tutto intorno all’Etna.
La struttura si compone di un edificio principale con 5 camere, un ristorante e un convivium bar, una piscina e 14 suite indipendenti, sparse tra le vigne, gli agrumeti e i boschi, secondo lo spirito dell’albergo diffuso in cui è possibile apprezzare il silenzio e la vera anima del Relais dei Monaci.
Il Palazzo ha mantenuto l’eleganza ottocentesca, gli affreschi sui soffitti, gli intonaci a calce degli edifici, i pavimenti in cotto, le antiche porte, le scale in marmo, il torchio nel palmento e la facciata esterna con le cornici in pietra lavica.
L’arredamento è di design contemporaneo ma sono presenti anche sculture, vecchi mobili e pezzi d’arte raccolti dai fondatori Guido Coffa e Ada Calabrese, che sono l’emblema di quella bellezza senza tempo che è il tratto più interessante da raccontare.
L’evento organizzato nel Relais Monaci delle Terre Nere dal founder Guido Alessandro Coffa ha anticipato Contrade dell’Etna, la manifestazione giunta all’11^ edizione, ideata da Andrea Franchetti, che si è svolta ieri alla presenza della gran parte delle aziende vitivinicole presenti sull’Etna.