“A tavola col Trunzo”: il cavolo è stato protagonista ad Acireale

by Redazione

Si è svolto domenica 27 aprile, presso la Batia dell’Arcangelo Gabriele ad Acireale, l’evento “A tavola col Trunzo”, che ha celebrato il Cavolo Trunzo delle Aci, simbolo autentico del territorio etneo e Presidio Slow Food dal 2010. La giornata ha visto una partecipazione entusiasta di pubblico, che ha potuto scoprire la storia e le tradizioni di uno degli ortaggi più caratteristici della Sicilia.

L’incontro cui hanno preso parte Salvatore Marino, produttore e capofila dell’ATS Cavolo Trunzo delle Aci; Giovanni D’Avola, medico e produttore presso la Batia dell’Arcangelo Gabriele; Caterina Adragna, presidente di Slow Food Catania; Maria Grazia Barbagallo vicepresidente Ais Sicilia e delegata AIS Catania è iniziato con la tavola rotonda “Conoscenza e valorizzazione del Cavolo Trunzo delle Aci”, moderata da Simona Scandura, giornalista e team leader di Slow Food Travel Catania. Esperti, produttori e rappresentanti delle istituzioni locali hanno approfondito l’importanza del cavolo sia sotto il profilo agricolo che nutrizionale, mettendo in evidenza anche il suo ruolo fondamentale nella tutela della biodiversità e nella promozione della sostenibilità.

«È importante – ha sottolineato Roberto Barbagallo, Sindaco di Acireale e Presidente della Rete Rurale dei GAL Sicilia – la strada tracciata dal Cavolo Trunzo di Aci, che da prodotto agricolo povero, oggi è diventato un marchio e una risorsa del nostro territorio. La conoscenza, l’uso consapevole e l’esportazione dei nostri prodotti è promozione della cultura e della tradizione di un popolo.  Bravi ai produttori e ai ristoratori che scommettono e investono sulle eccellenze del territorio».

A seguire, il pubblico ha potuto assistere allo show cooking di quattro chef siciliani, che hanno reinterpretato il Cavolo Trunzo in chiave contemporanea, non solo per questa occasione ma anche all’interno dei loro menù. Ogni piatto è stato una vera e propria celebrazione del prodotto locale, con un omaggio alla cultura gastronomica siciliana e alla sua innovazione.

Marco Cannizzaro di Bavetta (Catania), ha presentato un arancino al Cavolo Trunzo con fonduta di caciocavallo, spiegando: «Il Cavolo Trunzo non è solo un ingrediente, ma un pezzo della nostra cultura. Il suo gusto deciso e la sua storia sono il perfetto punto di partenza per creare piatti che combinano innovazione e tradizione. L’arancino che ho preparato è un incontro tra memoria e modernità, un omaggio alla Sicilia».

Salvo Sardo, chef di Alloro (Acireale), ha enfatizzato la sostenibilità del prodotto con il suo piatto a base di Cavolo Trunzo: «Nel mio ristorante celebriamo ogni parte del cavolo, anche quella che spesso viene scartata. Ho voluto trasformare le foglie in clorofilla e chips, per dare nuova vita a tutto l’ortaggio. Per me, lavorare con il Cavolo Trunzo significa rispettare la terra, la biodiversità e la tradizione».

Emanuele Serpa di Frumento (Acireale), ha proposto una scaccia con Cavolo Trunzo, esprimendo il suo amore per i prodotti locali: «Lavorare con ingredienti a chilometro zero non è solo una scelta, ma una filosofia di cucina che ci permette di raccontare la storia del nostro territorio. La scaccia che ho preparato rappresenta la semplicità della nostra tradizione, ma anche il rispetto per la materia prima».

Infine, Alessandro Ingiulla di Sapio (Catania), ha creato un piatto che ha messo in luce tutte le sfumature del Cavolo Trunzo: «Il nostro obiettivo è valorizzare ogni parte del cavolo, senza sprechi. Ho utilizzato le foglie fermentate, scarti trasformati in polvere e un fondo vegetale che ricorda un brodo di carne, per esaltare le note più profonde dell’ortaggio. Questo piatto è un tributo alla nostra terra e alla sua ricchezza».

La giornata si è conclusa con una degustazione aperta al pubblico, che ha permesso a tutti di assaporare le creazioni gastronomiche, vivere un’esperienza autentica e riscoprire il legame profondo tra cibo, territorio e tradizione.

“A tavola col Trunzo” è stata, dunque, una grande occasione per celebrare l’identità siciliana, la biodiversità e la cucina che guarda al futuro senza dimenticare il passato. L’evento ha rappresentato un invito a riscoprire i sapori genuini del nostro territorio e a sostenere l’agricoltura sostenibile, unendo tutti intorno a un tavolo per raccontare, attraverso il cibo, la storia della nostra terra.

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