Anche per questa Pasqua Francesco Arena ha in serbo una gustosa novità. Se, da una parte, il mastro fornaio messinese non farà mancare il richiamo alla tradizione, con le cuddure, i panini di cena e la colomba tradizionale, dall’altra l’Ambasciatore del Gusto ci prenderà per la gola con l’ultima novità sfornata nel suo laboratorio, la colomba ai 3 cioccolati conchuncks al cioccolato fondente, al cioccolato bianco e al cioccolato al latte, ricoperta con la glassa artigianale preparata con farina di mandorle, zucchero, albume e cacao e rifinita con la granella di nocciole del Piemonte. Una irresistibile novità che crea un equilibrio sensoriale perfetto grazie al mix tra i profumi della vaniglia del Madagascar e i tre cioccolati.
A completare l’offerta, l’iconica Colomba Salina realizzata con capperi di Salina canditi, uvetta di Pantelleria, mandorle di Avola e ricoperta di cioccolato bianco, granella di pistacchi e mandorle intere; la colomba tradizionale con canditi di arancia e cedro ricoperta con una croccante glassa arricchita di mandorle e granella di zucchero e la colomba classica al cioccolato ricoperta con cioccolato fondente e striature di cioccolato bianco.
Il mastro fornaio messinese, che può vantare con orgoglio una storia lunga tre generazioni, in questi giorni, è impegnato a sfornare senza sosta anche i panini di cena, che ormai si consumano tutto l’anno ma in questo periodo sono particolarmente richiesti, e i cudduri cu ll’ova.
I panini di cena, simbolo della pasqua messinese, sono dei panini dolci e leggeri, morbidi e profumati, aromatizzati con chiodi di garofano, cannella e vaniglia e ricoperti di ciciulena (semi di sesamo). L’origine è legata alla storica processione delle Varette, in cui i pani venivano posti nella Varetta dell’Ultima Cena, prima di essere distribuiti ai portatori ed è rimasta l’usanza di consumarli alla fine della Processione. Questi panini, per tradizione, il Giovedì Santo, venivano portati in dono alle suocere, così come i cudduri cu ll’ova, ciambelle di pan dolce con le uova sode, il cui nome deriva dalla collura, la forma della corona. I cudduri era il regalo di Pasqua del fidanzato alla fidanzata e si tramanda che, più uova vi erano incastonate, più il promesso sposo era benestante e entrava così nelle grazie della famiglia, in particolare della suocera. La fidanzata poi ricambiava il dono con l’agnello di pasta martorana. Con l’annuncio della Resurrezione del Cristo i cudduri venivano lanciati in aria e si raccoglievano i pezzi per donarli in segno di pace.
Grande cura, oltre che nella scelta delle materie prime, del burro, delle farine, degli aromi naturali, è riservata al packaging, raffinato ed elegante, che si veste di rosso, il colore della passione scelto per rappresentare il brand di Francesco Arena mastro fornaio. “Mi auguro che questa Pasqua sia un momento di ripartenza per tutto il settore, provato dagli anni di pandemia e ora dagli aumenti delle materie prime, ma soprattutto che sia un momento di vera rinascita che porti la pace nel mondo che tutti auspichiamo” – ha commentato l’Ambasciatore del Gusto messinese.