Taormina fa sognare, non solo per la sua magica atmosfera e per la bellezza senza eguali che ha conquistato anche il celebre scrittore Goethe che ha definito la perla dello Ionio “il più grande capolavoro dell’arte e della natura”. Taormina fa sognare anche a tavola, grazie all’entusiasmo e alla voglia di fare di chi ama questa terra e vuole far emergere il meglio di essa e grazie all’ospitalità che i siciliani sanno esprimere, più di qualunque altro popolo.
Lo chef Stefano Ciotti, per una sera, incanta Taormina, e lo fa in duetto con il collega siciliano Luca Miuccio, resident chef del rinomato 5 stelle Grand Hotel San Pietro, del gruppo Lindbergh Hotels & Resort. Lo chef riminese, classe 1973, allievo di Gino Angelini e Vincenzo Cammerucci, passato anche per il Don Alfonso a S. Agata sui Due Golfi, ha una carriera brillante alle spalle coronata con la stella Michelin conquistata in due posti diversi, la prima nel 2010, la seconda nel 2017 nel suo Ristorante “Nostrano” aperto nel 2015 sul lungomare di Pesaro.
Stefano Ciotti è stato ospite a Taormina in occasione della cena a 4 mani con Luca Miuccio, che ha di fatto quasi chiuso la bellissima stagione del San Pietro, che si concluderà ufficialmente il 5 novembre prossimo. Il Ristorante dell’hotel affacciato sull’incantevole giardino è stato il palcoscenico ideale per la cena stellata che ha regalato agli ospiti il privilegio di assaporare degli ottimi piatti dinnanzi a un panorama unico, immersi per una sera tra le suggestioni dell’Etna e dell’Isola Bella, della “muntagna” e del mare.
Tra i due chef si è creata una sinergia vera, sincera che abbiamo ritrovato nei piatti che ci hanno accompagnato in un viaggio tra l’Adriatico e lo Ionio. Stregato dalla Sicilia, Ciotti ha voluto valorizzare l’isola attraverso l’utilizzo dei suoi prodotti più buoni mixati ad arte con gli ingredienti della sua terra. Così sono stati creati dei piatti ad hoc che, hanno attraversato i suoi ricordi e la sua memoria, per giungere dinnanzi ai commensali come dei piccoli capolavori in chiave siciliana. “Ho un attaccamento particolare alla Sicilia – ha affermato lo chef nel suo benvenuto ai commensali – utilizzo da sempre ingredienti siciliani e, in questa occasione, ho voluto far incontrare la cultura marchigiana e siciliana”.
L’ambasciatore del gusto marchigiano ci ha fatto sognare sin dalla prima portata con il suo iconico Risotto allo squacquerone di Romagna. Un piatto della memoria legato al ricordo del riso in bianco con stracchino e olio che la mamma gli preparava quando stava poco bene. Nella Carta del suo ristorante di Pesaro il Risotto affumicato allo squacquerone incontra aceto balsamico, rucola e caviale, nella versione proposta in Sicilia va a nozze con i semi di cucunci essiccati e la bottarga di muggine. La versione siciliana di questo piatto è strepitosa, con un bilanciamento perfetto tra sapidità e acidità che, a nostro parere, avrebbe successo anche nelle Marche.
Il secondo piatto proposto dallo chef stellato è la Ricciola cotta sulla brace e ricoperta con una delicata crema di pistacchio Dop di Bronte e rosmarino che ha accompagnato il pesce con la sua grassezza e dolcezza, rendendolo un piatto particolarmente goloso. A completare il tutto, il succo di oliva tenera ascolana, elemento di incontro tra Marche e Sicilia.
A tenere alto il nome della cucina siciliana ci ha pensato il giovane e talentuoso Luca Miuccio, executive chef del ristorante “Il Giardino degli Ulivi” del San Pietro, che ha saputo valorizzare la sua terra con il suo estro creativo e abbinamenti perfetti, capaci di stupire, come nel caso dello Scampo di Mazara scottato, albicocca disidratata e foie gras servito su pan brioche di “segale irmanu dell’Etna“, un abbinamento non facile ma perfettamente riuscito in un mix di sapori dall’eleganza contemporanea.
La segale è stata protagonista della serata anche attraverso l’ottimo pane nero realizzato con questo antico cereale appartenente alla famiglia delle graminacee, fatto rinascere sul versante sud dell’Etna, a Nicolosi, dalla famiglia Borzì, produttori tra l’altro dell’olio extravergine di oliva di Nocellara Etnea e dei vini Serafica (Grotta della neve Etna bianco Doc; Grotta dei lamponi Etna rosato Doc; Grotta del gelo Etna rosso Doc) che hanno accompagnato la cena al San Pietro.
Nei ricordi di Miuccio, che entrano di diritto a far parte della sua cucina, ci sono gli appezzamenti di terra della sua famiglia, gli agrumi, le pesche, le albicocche essiccate e la frutta secca che veniva consumata dai nonni insieme al pane di segale casereccio. Da qui nasce l’idea per il suo antipasto, declinato in versione gourmet grazie al matrimonio dello scampo con il lussuoso foie gras.
Se Luca Miuccio voleva stupire e non essere da meno rispetto allo chef stellato ci è riuscito anche con il suo originalissimo Dessert “Fuori Norma” in cui gli elementi della norma salata a base di melanzana, pomodoro e ricotta sono stati declinati in chiave dolce e abbinati al Dolce Noto DOC- Cantina Modica di San Giovanni. Una chiusura perfetta per la bella stagione del San Pietro che riaprirà nella primavera prossima.