I siciliani amano le grappe. Non tutti sanno che la nostra isola, oltre a produrre ottime grappe, da diversi anni detiene il primato per numeri di iscritti all’ANAG (Associazione Nazionale Assaggiatori di grappa ed acquaviti). Una passione che, negli ultimi anni, ha coinvolto anche le donne siciliane che, sempre più numerose, si iscrivono ai corsi dell’associazione per avvicinarsi al grande mondo dei distillati. Il dato è emerso in occasione della degustazione di grappe orchestrata dall’ANAG nell’ambito del 9° Premio Mediterraneo Packaging organizzato da Egnews in partnership con l’Istituto di Istruzione Secondaria “Mattarella-Dolci” di Castellammare del Golfo e l’Istituto Vergani di Ferrara. La manifestazione, che si è svolta a Castellammare del Golfo, in provincia di Trapani dal 2 al 4 luglio , ha premiato le aziende produttrici e di imbottigliamento di vino, olio extravergine di oliva, distillati e birre artigianali che si sono distinte per la creatività e l’originalità del packaging dei loro prodotti.
Nell’ambito della manifestazione sono state organizzate delle iniziative collaterali molto interessanti, tra le quali la degustazione di grappe dell’azienda Montanaro di Gallo d’Alba (CN), rivolta a tutti gli appassionati di distillati e alla stampa specializzata del settore enogastronomico, che è stata guidata da Giancarlo Francione (vicepresidente nazionale ANAG e referente ANAG Sicilia) e Giuseppe Di Marco (OTP ANAG Castellammare del Golfo – Alcamo) alla presenza dell’editore di Eg News Francesco Turri e del direttore responsabile Piero Rotolo, anima della manifestazione. La Sala del cinquecentenario del Palazzo comunale della cittadina trapanese ha ospitato la verticale di grappe.
LA STORIA DELLA DISTILLERIA
La Distilleria venne fondata nel 1885 da Francesco Trussoni che ebbe la geniale intuizione di creare la Grappa di Nebbiolo da Barolo, la prima “monovitigno” della storia. Nel 1922 l’azienda passò sotto la guida di Mario Montanaro e della moglie Angela Trussoni, che insieme al loro figlio Giuseppe furono degni eredi di una rigorosa metodologia e perfezionatori dei processi produttivi, introducendo l’uso degli alambicchi a vapore.
Alla fine del 2000 il Signor Giuseppe Montanaro ormai quasi ottantenne, in mancanza di eredi diretti, decise di vendere la distilleria Montanaro ad un gruppo di amici e imprenditori albesi che operano in altri settori. Grazie all’esperienza dei collaboratori la distilleria Montanaro cerca di collocarsi tra i top player del mondo distillazione, con prodotti che soddisfano le sempre più sofisticate esigenze del mercato.
LA MATERIA PRIMA
Le Grappe della distilleria Montanaro si ottengono con la distillazione di vinacce dei diversi vini nobili piemontesi, primo tra questi il Barolo. Le vinacce attentamente selezionate e conservate con meticolosa attenzione durante i mesi di distillazione, per preservare gli aromi e i profumi del vitigno originale, vengono fornite da fidati e storici agricoltori dei comuni limitrofi alla zona del Barolo come Serralunga, La Morra, Monforte, Barolo, Grinzane Cavour, Castiglione Falletto, Novello, Diano d’Alba e da comuni siti nel Roero.
LA DISTILLAZIONE
Il processo di distillazione è ancora oggi discontinuo con alambicchi alimentati a vapore a bassa pressione per avere tutto il tempo di estrarre tutti i profumi e gli aromi contenuti nelle bucce esauste dell’uva.
LA DEGUSTAZIONE A CASTELLAMMARE DEL GOLFO
Alla verticale di grappe abbiamo degustato:
- La Grappa di Arneis, 43°, una grappa giovane, floreale, agrumata, gradevole, morbida e persistente che fa un affinamento in acciaio.
- La Grappa stravecchia Acquavite di Barolo 42° che fa un affinamento di 24/36 mesi in legno di rovere di Slavonia, presenta un colore giallo dorato e ha sentori di liquirizia, miele, cannella con retrogusto di frutta. Al naso è intensa e piacevolmente tannica con leggere note speziate e vanigliate.
- La Grappa di Barolo “Cannubi”, 43°, che fa un affinamento in legno di rovere, ha un colore giallo dorato intenso e al naso è fine e intensa. I sentori sono di frutta secca e miele.
- La Grappa di Barolo “2003” con ben 18 anni di invecchiamento in vecchie botti di legno, 43°. Il Colore è giallo ambrato intenso, al naso presena leggere note fruttate e speziate più decise, si percepirscono il tabacco e la cannella.
- Il Liquore all’Arquebuse, 38°, che fa parte delle grappe aromatizzate, viene ottenuto dalla macerazione delle foglie di Tanacetum (dal greco antico “immortale”) in grappa. Al naso il distillato è deciso e armonico, balsamico e fresco, con retrogusto di genziana. Ottimo come digestivo. La ricetta è molto antica e risale al 1857 quando padre Emanuele, vicino Lione, mette a punto la ricetta di un nuovo liquore alle erbe ricorrendo alle sue competenze di profondo conoscitore dei prodotti officinali. Il frate decide di battezzarlo come EAU d’ARQUEBUSE. La bevanda si compone di oltre trenta erbe. Il tanaceto ne costituisce l’ingrediente principale. Le erbe alcune secche e altre fresche vengono fatte macerare lentamente nell’alcol e poi distillate applicando alcune regole inviolabili: senza aggiunta di zucchero e nessun invecchiamento in botti. Il liquore venne utilizzato per alleviare le ferite causate dagli archibugi. La gradazione alcolica elevata e l’assenza di zucchero lo mantennero per lungo tempo con la funzione di anestetico del dolore ai denti e disinfettante per le ferite. Il tanaceto infatti ha doti cicatrizzanti e digestive eccezionali, note fin dall’antichità.
A seguire a tutti i partecipanti è stata offerta anche una degustazione di sigari dell’azienda Toscano.