MESSINA – “Il Governo Italiano ha scritto una delle pagine più buie della ristorazione italiana riducendo al confino quello che era l’orgoglio e l’eccellenza del Paese”. Lo scrive lo chef Pasquale Caliri, in una nota, in cui contesta il decreto che ha imposto la chiusura dei ristoranti alle 18,00.
“Hanno mescolato le carte – scrive Caliri, consigliere nazionale di Ambasciatori Del Gusto, – mischiando bar, ristoranti, luoghi di ritrovo mettendo tutti nello stesso mazzo. Si è ignorato che ognuna ha caratteristiche e specificità assolutamente proprie. La categoria, già provata, non potrà resistere a questa seconda onda d’urto. Contrariamente a quanto si crede, spesso la ristorazione è una categoria debole fatta da una miriade di piccole attività, spesso anche familiari e artigiane, incapace di reggere una simile batosta. Chiudere alle 18,00, è come non aprire vuoi perché la maggior parte dell’utenza è adesso occupata in smart working, vuoi perché molti ristoranti lavorano solamente la sera”.
“Non siamo una categoria di untori né di irresponsabili – continua il cuoco messinese – se vi fossero evidenze scientifiche sui contagi nei ristoranti li mostrassero pure e nel caso saremmo pronti a chiuderli del tutto. Sappiamo bene dalle statistiche che la realtà è ben diversa e che i focolai sono in ben altre situazioni. E adesso aspettiamo i “ristori” nome nuovo partorito quasi come una beffa per aiuti improbabili per un settore che,come altri, si era ben adeguato investendo in prevenzione. La stessa prevenzione che ci aspettavamo dallo Stato – conclude lo chef – invece il Governo era impegnato tra rotelle di banchi e finanziamenti ai pedalo’”.
L’appello ai rappresentanti degli enti locali ed in particolare al Governatore Nello Musumeci , perché si facciano portavoce presso il Governo delle istanze di una categoria che comprende non solo una ramificata filiera produttiva, ma investe l’anima stessa del Paese.
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