Ci sono esperienze di gusto che ti fanno viaggiare solo con il pensiero. Quante volte è capitato anche a voi? Talvolta è un ingrediente, altre volte il piatto tradizionale di una cucina lontana. Chiudendo gli occhi sembra di percorrere migliaia di chilometri e trovarsi in un altro Paese. Così lo scorso weekend sono volata in India, solo col pensiero, grazie allo chef Parvinder Singh Bali , ospite al Belmond Villa Sant’Andrea di Taormina per una settimana, con la brigata dell’hotel Oberoi di Mumbai.
Trovo assolutamente geniale l’idea di ospitare un temporary restaurant all’interno della propria struttura ricettiva, regalando agli ospiti e ai potenziali fruitori una food experience innovativa. Un’esperienza che probabilmente verrà replicata nel lussuoso hotel 5 stelle di Taormina, in considerazione dell’apprezzamento dei turisti stranieri, che nel corso di una settimana sono ritornati più volte per provare i menù dello chef indiano. La scelta, infatti, era ampia. Oltre al menù alla carta, erano previsti ben tre menù degustazione di pesce, di carne e vegetariano che ripercorrono le tradizioni culinarie di tutte le regioni del continente indiano e riportano agli insegnamenti ayurvedici che sottolineano l’equilibrio tra mente, corpo e spirito.
L’elemento che li accomunava tutti era quello che più caratterizza la cucina indiana, l’alta concentrazione di spezie, in primis zafferano, cardamomo, peperoncino, curcuma, curry e cumino, utilizzate così bene che i piatti sono risultati perfettamente equilibrati.
Lui, chef indiano, originario del Kashmir, si presenta ai suoi ospiti con il turbante in testa. Sprizza simpatia da tutti i pori mentre fa il giro dei tavoli. Poliglotta e autore di cinque libri di testo sulla ristorazione, ha cucinato con Jamie Oliver, Gordon Ramsay e Thomas Keller. Se avesse inseguito il suo sogno, oggi sarebbe neurochirurgo, ma dopo gli studi in ingegneria meccanica, ha scelto la strada dell’hotellerie, scoprendo una nuova dirompente passione che ancora oggi anima le sue giornate.
“Alla base della cucina – afferma Bali – sta la capacità di creare un legame con gli ingredienti. Se gli parli, loro ti racconteranno sempre una storia”. L’amore e la spiritualità sono dentro ogni piatto di chef Bali in cui ho apprezzato equilibrio, gusto, personalità. Di seguito i piatti di uno dei tre menù degustazione.
L’entrée è una deliziosa polpetta di patate con ragù di agnello, servita con ananas marinato, peperoncino, salsa al tamarindo.
La zuppa di pesce allo zafferano e cardamomo è pura poesia. Non solo assaporando polpo e molluschi, il segreto è nel gusto del brodo speziato che accompagna la zuppa.
In menù si chiama Kebab ma non ha nulla anche fare con il piatto di carne della tradizione turca. Si tratta di Salmone marinato con yogurt e spezie indiane, cotto al forno in pietra refrattaria; a seguire altri due tipi di polpette di pesce.
Il filetto di spigola marinato con farina di legumi e spezie e il filetto di orata marinato con foglie di curry e spezie, avvolto in foglie di banana e grigliato.
Il primo vino proposto dalla sommelier Veronica Bonelli in abbinamento agli antipasti di cucina indiana è il rosato delle cantine Pietradolce.
Improvvisamente il tavolo si riempie di colori. Si sprigionano profumi da ogni portata. Il piatto principale del menù degustazione, i ravioli di pesce con salsa allo yogurt e anacardi al profumo di zafferano e cardamomo sono accompagnati da patate saltate con curcuma e semi di cumino, mix di pesci con riso blasmati, zuppa di lenticchie gialle cotte con burro chiarificato, cipolle e pomodori, pane indiano, salsa di yogurt al profumo di curcuma.
In abbinamento viene servito un vino della Nuova Zelanda, Cloudy Bay, Sauvignon Blanc 2018, perfetto per accompagnare piatti saporiti e strutturati e pulire il palato.
La mia cena si conclude con il “dolce dei re” – pudding di riso indiano con zafferano e cardamomo e pane del Re con riduzione al latte – e un arrivederci allo chef indiano Parvinder Bali che il 14 luglio ha terminato la sua esperienza al Belmond Villa Sant’Andrea, in uno scambio culturale che era iniziato nel febbraio scorso con la visita di Agostino D’Angelo, resident chef del Ristorante Oliviero di Villa Sant’Andrea, all’hotel Oberoi di Mumbai in India.